Prosegue incessante il dibattito intorno agli aiuti economici che il Governo ha destinato nell’ultimo decreto Rilancio. Il provvedimento oneroso, sia in termini burocratici che economici, potrà subire degli aggiustamenti in sede parlamentare. E in questo senso sono diverse le misure nel mirino delle forze politiche.

Una delle misure più discusse è il cosiddetto “bonus mobilità“, un contributo per l’acquisto di biciclette (anche e-bike) e monopattini con valore pari al 60% del prezzo d’acquisto, fino a un massimo di 500 euro. Un totale di circa circa 120 milioni di euro destinati dal Governo, cifra ritenuta eccessiva dalle opposizioni.

Su questo punto sta dando battaglia la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Intervenendo ai microfoni di Antonio Guidi e Francesco Vergovich la politica romana ha fatto notare la disparità tra le risorse messe sul piatto per bonus mobilità e per i sostegni alle persone con disabilità.

Ecco l’intervista a Giorgia Meloni nel corso di “Guidi e Disguidi”.

Qualcosa di buono in questo periodo?

Purtroppo non si può dire. Penso soprattutto ai lavoratori autonomi e al fatto che non pagano la cassa integrazione. Penso a chi il giorno prima aveva un negozio aperto e il giorno dopo l’ha dovuto chiudere, non sapendo per quanto tempo, continuando a pagare gli affitti e preoccupandosi per i propri dipendenti. E’ difficile immaginare che ci sia qualcosa di bello in quello che abbiamo vissuto”.

120 milioni per i monopattini, 50 per i disabili.

Io l’ho detto in faccia a Conte. Avere un decreto Rilancio che stanzia 120 milioni di euro per il bonus monopattino, quando per i disabili ci sono 50 milioni di euro, quando per comprare i dispositivi di protezione per le imprese c’erano 50 milioni di euro.

Hanno messo 120 milioni sui monopattini e adesso c’è il ministro delle Infrastrutture che ha promesso più risorse. Ed io ho detto: Voi non state bene, non siete proprio lucidi. Perché immaginare che il monopattino sia più importante di aiutare le famiglie con disabili in un momento come questo, vuol dire non avere il polso della realtà.

Nessuno se n’è interessato. Noi abbiamo fatto delle intemerate contro il Presidente Conte su questo tema. Abbiamo fatto una serie di proposte che sono state puntualmente rigettate. Ad esempio, abbiamo chiesto che ci fosse subito il bonus da 600 euro per le persone con disabilità. Non solo ci hanno rigettato il bonus.

Addirittura loro hanno configurato il bonus per cui se tu sei una partita Iva o un autonomo ed avresti diritto ai 600 euro, ma hai anche una disabilità, per paradosso te lo levano. Cioè la disabilità diventa una discriminante. E’ una follia.

Noi abbiamo tentato di occuparcene. Certo abbiamo trovato un Governo sordo. Io già trovo surreale che uno non ci pensi. Ma quando te lo faccio notare non puoi far finta di niente. E’ quello che dimostra un dolo nella vicenda. Quando ti presento la proposta, tu non puoi bocciarmela. Perché allora è quello che volevi. E’ diventa molto, molto vergognoso”.

Da Londra Colao spiega come riaprire a San Basilio

La cosa del monopattino loro la pensano per decongestionare i mezzi pubblici. Ma sta gente dove vive? Io abito sul raccordo anulare e per andare a lavorare ci metto quaranta minuti con la macchina. I pendolari come ci vanno a lavorare con il monopattino? Gli ottocentomila romani che vivono fuori dal raccordo anulare come ci vanno a lavorare con il monopattino? Ma di che parla sta gente?

Perché loro fanno scrivere le norme a gente che abita a via Condotti e va a lavorare a via del Corso. Noi abbiamo a capo della task-force, di quelli che ci spiegano come andare a lavorare, tale Vittorio Colao. Sapete dove abita Vittorio Colao? A Londra. Non ha mai messo piede in Italia da quando gestisce la task-force, mi deve spiegare come va a lavorare chi abita a San Basilio, da Londra”.


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