Mario Draghi torna a imporre diktat e punta alle tasche dei privati

Mario Draghi, ex presidente della Banca Centrale Europea, sottolinea la necessità di un cambiamento radicale, a suo dire, nell’Unione Europea per affrontare le sfide attuali.

Secondo Mario Draghi, occorrono delle cooperazioni rafforzate per l’unione del mercato e dei capitali fondamentali, a suo dire, per la crescita economica. Draghi identifica tre priorità. Massimizzare le economie di scala continentale, fornire beni pubblici europei e garantire risorse essenziali.

Suggerisce un nuovo strumento strategico per il coordinamento delle politiche economiche e, se necessario, la possibilità di procedere con un sottoinsieme di Stati membri che, da quanto capisco, vorrebbe dire che se anche tutti non sono d’accordo, lui propone di partire con alcuni che alla fine poi trascinerebbero gli altri su queste decisioni politiche. Secondo Draghi la frammentazione del mercato finanziario europeo ostacolerebbe la crescita con un risparmio privato di 33 milioni di euro e 300 miliardi investiti all’estero ogni anno. Insomma, tornano sempre sulle stesse questioni, vogliono mettere le mani nelle tasche dei cittadini, nelle tasche del risparmio privato, spingendovi ad investire dove decidono loro.

Paesi come Francia e Italia spingono, a suo dire, per progressi, mentre altri come Lussemburgo, Irlanda e Olanda esitano per timore di marginalizzazione, perché evidentemente sono paesi più piccoli. Il vertice europeo affronterà anche la questione della cosiddetta competitività e il futuro del mercato unico, sostenendo il rapporto presentato da un altro ex premier italiano che certamente ricorderete: Enrico Letta. Mario Draghi ha generato controversia per la sua partecipazione a eventi come l’incontro sul panfilo Britannia, come la cessione dell’Iri, come il suo coinvolgimento nel cosiddetto colpo di Stato bianco del 2011.

Insomma, la gestione come Presidente del Governo italiano è stata oggetto di numerose critiche, per presunte implicazioni sulla sovranità nazionale e alcuni lo considerano uno dei peggiori nemici nella storia del paese. Queste sono notizie riportate dal Sole 24 Ore e quindi ci troviamo di fronte ad una figura storica controversa perché ci sono coloro che ritengono che la strada del rafforzare il mercato dei capitali non sia la strada per rafforzare la competitività.

Malvezzi Quotidiani – L’Economia Umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi