L’attentato a Trump rivela come il clima sia sempre più rovente in Occidente

Vi è stato un attentato ai danni di Donald Trump. Si tratta di un fatto gravissimo che deve essere oggetto di una riflessione seria e disincantata. L’ex Presidente americano, ora di nuovo in corsa per la Casa Bianca, è stato colpito a un orecchio da spari provenienti da un tetto nel corso di un comizio elettorale che si stava svolgendo in Pennsylvania.

Sono stati circa una decina i colpi uditi. Uno spettatore è deceduto e altri due sono stati feriti. L’attentatore è stato prontamente ucciso da un cecchino del Secret Service.

L’attentatore era in mimetica e stando alle testimonianze di alcuni giornalisti, il tetto su cui si era appostato distava meno di 150 metri dal palco sul quale stava parlando Trump. Sarà interessante capire l’identità dell’attentatore ed eventualmente anche da chi era agitato, e da chi era stato manovrato. Trump comunque è sopravvissuto e dunque l’attentato, per fortuna, non ha sortito l’esito più nefasto.

La notizia mi pare della massima importanza, da che rivela come il clima sia sempre più rovente in Occidente. Dopo l’attentato ai danni del Premier slovacco Robert Fico, adesso è infatti il turno di Donald Trump. L’ordine global capitalista sta principiando a rivelare il suo volto più efferato, sta gettando la maschera e si sta rivelando per quello che effettivamente è.

Vero è che Trump, comunque lo si voglia intendere, non è un reale oppositore dell’ordine dominante. Non dimentichiamo che Trump ha deregolamentato la finanza nel 2017 e in tal guisa ha fatto un immenso dono ai padroni di Wall Street, o meglio di War Street. Su questo tema dovrebbero una volta tanto ragionare seriamente quelli che si ostinano a ripetere pappagallescamente che Trump è il redentore e il vero oppositore della globalizzazione egemonica liberal-atlantista.

Ma comunque, benché non sia un oppositore dell’ordine dominante, Trump è indubbiamente meno gradito alla classe capitalistica transnazionale rispetto al vegliardo e arcobalenico Presidente, ormai una gaffa vivente, Joe Biden. Il quale, Joe Biden, risponde perfettamente e senza sbavature ai desiderata della globalizzazione neoliberale e del suo imperialismo efferato di completamento. Pur con tutti i suoi limiti, che non lo rendono affatto assimilabile a due veri resistenti come Putin e Xi Jinping, Trump non è del tutto organico all’ordine dominante.

Un ordine dominante che infatti punta su Biden, sulla Clinton e su candidati totalmente piegati ai diktat del turbocapitalismo globalista e imperialista. A quanto pare l’Uccidente, come ormai da tempo lo qualifichiamo, si rivela sempre più efferato non solo verso i nemici esterni ma anche verso i nemici interni o addirittura, come nel caso di Trump, verso le sue pedine meno allineate. Questo dovrebbe essere oggetto di una riflessione critica e sarebbe interessante capire l’identità dell’attentatore.

Per capire, a propria volta, se agiva improprio, come usa dire, o se, come non è da escludere, era animato da qualcuno, messo in movimento e azionato da qualche potere o da qualche forza politica che aveva l’interesse a bloccare in un modo o nell’altro Donald Trump.

Radioattività – Lampi del Pensiero Quotidiano con Diego Fusaro