Nessuno ha spiegato come funziona il nuovo regalo UE all’Ucraina: è un prestito di guerra a strozzo

Ahimè, l’Unione Europea ha deciso di fornire un “prestito” di 35 miliardi di euro all’Ucraina, utilizzando proventi di asset russi sequestrati, stimati intorno ai 200 miliardi di euro come garanzia. In realtà, come avete capito, è un prestito che raddoppia l’impegno precedente di 18 miliardi di euro e porta la quota di aiuti dell’Unione Europea a coprire il 78% del totale rispetto al 40% iniziale. Sapete perché?
Perché gli Stati Uniti si sono ritirati dal piano.

Il prestito sarà gestito tramite l’assistenza macro-finanziaria già utilizzata per fornire i precedenti 18 miliardi di euro l’anno scorso, nel 2023. L’Unione Europea finanzierà quindi l’operazione tramite emissione di obbligazioni sui mercati finanziari. Cosa vuol dire? Vuol dire quello che vi spiego da anni: l’Unione Europea non fa prestiti. L’Unione Europea si indebita per fare prestiti.

Insomma, l’Unione Europea non può stampare il denaro. L’UE emette obbligazioni, garantite ovviamente da noi cittadini dell’Unione Europea attraverso gli Stati membri. È molto diverso da come ve la vendono sui giornali, sugli organi di informazione.
E sfruttando il margine tra entrate e uscite del bilancio europea. Insomma l’Unione Europea si sta indebitando per questa motivazione. Questa strategia riduce il cuscinetto finanziario dell’Unione perché aumenta il rischio per i contribuenti europei in caso di mancato rimborso da parte dell’Ucraina, cosa che io ritengo più che probabile.

Quindi gli aiuti totali all’Ucraina raggiungono oltre 118 miliardi, di cui, ahimè, circa 45 miliardi destinati ad assistenza economica e umanitaria e circa 43-44 miliardi per supporto militare. Se i proventi degli asset russi sequestrati non fossero sufficienti, ulteriori fondi potrebbero essere chiesti sul bilancio dell’Unione Europea.

Insomma, una mossa decisamente geniale da parte di una struttura, l’Unione Europea, che non ha fatto solidità economica.
Gli Stati Uniti si sono sfilati e l’Unione, come al solito, si precipita a coprire. Quindi a quanto pare quello che vi voglio dire è che l’Unione Europea quando vuole i soldi li trova. Chissà come mai invece non ha usato la stessa creatività con la povera Grecia, quando una decina di anni fa i poveri non avevano da mangiare, quando una decina di anni fa hanno chiuso i bancomat e io non dimenticherò mai per tutta la mia vita la foto di un vecchio che piangeva seduto a gambe disperate da un banco sotto un bancomat perché non riusciva più a prelevare il proprio contante, i risparmi della propria vita. Come dire: due pesi e due misure. Quando si tratta di finanziare la guerra i soldi si trovano, quando si tratta di finanziare la pace e i poveri, chissà perché, non ci sono mai.

Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi