Lo ammetto: sono vecchio o diversamente giovane, sono giurassico, vintage, datato ma quando vedo gli allenatori che, dopo minuti due dal fischio di inizio, già cominciano a scrivere note sui loro fogli e agitano i pensieri e le preoccupazioni, mi viene da ridere ma da ghignare forte.
Prendete Ancelotti. Lo avete mai visto con il lapis, la biro, il gesso in mano durante la contesa? Prendete Allegri, lo avete mai visto, a parte gli spogliarelli a fine gara, comporre scritti mentre Mandzukic rincula o Bonucci lancia? E invece Sarri o Mourinho, per citare i più grandi, quelli di moda, almeno il primo perché il secondo è in crisi di età avanzata, ecco questi due appartengono al new deal degli scrittori, prendono appunti come scolari, segnano errori e sviste, calcolano ripartenze e diagonali. O forse compilano l’elenco della spesa con le voci dimenticate a casa.
Ovviamente trattasi di provocazione ma, sinceramente, le immagini di questi signori, chinati sui fogli non appena l’arbitro ha fischiato l’avvio della partita e il primo dribbling non è riuscito, quelle immagini lì sono da asilo Mariuccia, da scuola serale, da corsi di recupero per pluribocciati. Facciamo qualcosa a meno che quegli stessi scritti non diventino libri, tomi, enciclopedie del sapere calcistico. Schizzi, scarabocchi. Non si tratta di altro. E tali restino, sul foglio e nel cervello.
Tony Damascelli
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