Non ci poteva essere modo migliore, per la Roma, di salutare il campionato e godersi la sosta. Dopo i pareggi con Napoli e Fiorentina, dopo la vittoria-qualificazione in Champions contro il Cska, è arrivata la vittoria, nettissima, contro la Sampdoria. Di Francesco, dopo tante trasferte positive, chiedeva la controprova all’Olimpico e così è stato.
Chiamata a fare gioco, la Roma ha confermato di essere sulla strada giusta e di aver trovato un assetto positivo, con Pellegrini sempre più a suo agio nel ruolo di incursore. Tante note positive, accompagnate dalle prove dei giovani, con Kluivert capace di farsi ammirare per alcune giocate deliziose e Schick finalmente in gol, il modo migliore per riprendere morale e dimostrare di poter essere utile. Tra tanti giovani, e tra le prove convincenti anche dei senatori, da Nzonzi a Kolarov, spicca però l- su tutte – la prestazione di El Shaarawy. E’ stato lui a dare il via all’azione del secondo gol,è stato lui a firmare una doppietta per chiudere in pratica la gara, con una rete davvero strepitosa per prontezza, tecnica e coraggio. Un pallonetto profondo a scavalcare il portiere, una giocata deliziosa capace di strappare l’applauso anche di Totti in tribuna.
Curioso che El Shaarawy, nel pieno della sua maturità, ventisei anni appena compiuti, fatichi così tanto a trovare un posto stabile in Nazionale. Eppure, tanto più considerando le difficoltà di Mancini nel trovare a punte affidabili, dovrebbe essere facile naturale puntare su un giocatore che già aveva timbrato il gol al Napoli, ma soprattutto ha – oltre al senso del gol – una generosità innata nel lavorare a tutta fascia. Difficile trovare, oltre alle qualità personali, tanto altruismo in un attaccante.
Alessandro Vocalelli