Giornata a-var-iata. Senza la video assistenza sarebbe forse un altro campionato. Succede di tutto e non cambia niente. Juventus da record, Inter reattiva, Nainggolan pentito, Atalanta che ne segna sei, la Roma che liquida il Parma, la Lazio che sbatte contro il Torino, gli ultras granata presi a sassate da quelli del Bologna, secondo usi e scostumanze del nostro meraviglioso pubblico. Uditi non più ululati razzisti ma cori volgari contro le mamme di arbitri e calciatori, considerazioni sul numero 71 della smorfia (omme ‘e merda) ma dicono che tutto questo faccia parte del folklore, non trattasi di insulti ma di battute ironiche, non è il caso di indignarsi, siamo tutti cornuti e figli di. O no?
Una pagliacciata, a pensarci bene, dinanzi alla quale si dovrebbe reagire ma guai a chi osi farlo, passerebbe per un bacchettone, trombone e affini. Il campionato ha comunque chiuso l’anno solare con alcune indicazioni e controindicazioni. Le prime riguardano tale Cristiano Ronaldo che è il più giovane degli juventini, insieme con Chiellini. Assieme fanno quasi settant’anni, la legge Fornero non c’entra, c’entra la legge del football che ribadisce lo stesso principio da sempre: chi sa sa e chi non sa non saprà mai.
Altra considerazione, Keita toglie a Icardi il peso del killer e Sistema la pratica Empoli. Altra nota: che bravo De Zerbi, lo vogliono il Brcellona, il Real Madrid, il Manchester City, come giocano le sue squadre nessuna. Per fortuna. Il sassuolo ne ha presi sei, in cifra 6, dall’Atalanta, confermando la teoria zemaniana, primo prenderle, poi eventualmente darle. Controindicazioni: con il Var, ormai, il calico è diventato un gioco finto, ogni azione viene rivista e corretta, il gol annullato a Pellissier è roba da pazzi, il valdostano ha conosciuto il calcio che fu e nel quale ha fatto numeri, e sta frequentando il calcio che è, pieno di interruzioni, di incertezze, di analisi al video, la moviola che piaceva a Biscardi ma che, Aldo vivente oggi, verrebbe messa all’indice per come è gestita, propagandata. Inutile combattere, mi arrendo. In attesa di vedere il Napoli. Il Milan? Preferisco vivere.
Tony Damascelli