Roba da pazzi. Dico del Milan. Dico di Gattuso. Dico del Var che tiene in sospeso le partite e cancella, dopo una vita i gol che già erano stati festeggiati. La vigilia di Natale è roba brutta per un poverissimo Milan che si manda all’inferno da solo, tanto è fiacco, di idee e di cuore. Rino Gattuso è andato volontariamente a sbattere contro il muro, non della Fiorentina ma della propria testardaggine. Riccardo Montolivo è rimasto anche ieri in panchina, nonostante mancassero tutti i titolari del centrocampo, nonostante, dopo lo svantaggio, l’allentaore calabrese avesse deciso di cambiare qualcosa ma preferendo Laxalt, Cutrone e lo sfortunatissimo Conti al quale, leggete bene, a otto minuti dal termine il “tattico” assistente di Gattuso ha spiegato, sul tablet e su altri fogli, che cosa e come avrebbe dovuto fare in campo.
Questo è il problema, anzi la farsa, al Milan e dovunque, il football è finito in laboratorio, tra i Var e gli schemi fissi e fessi. Fine dell’inventiva, del colpo di scena, è severamente proibito assumersi la responsabilità di un dribbling, doverosa la sovrapposizione. Non escludo che i neodirigenti rossoneri possano prendere decisioni clamorose. Mai nei propri confronti. Leonardo si era lamentato degli zufoli di Atene e del grande frastuono che aveva condizionato la prova dei suoi in euroleague.
Con quali strumenti la Fiorentina ha battuto il Milan? Quali trombe ha sentito il bel brasilero? Se una squadra, la sua, non mette dentro la palla da quasi trecento minuti, che altro vuole dire, al di là dell’acustica? Balle colossali ma è il football di oggi. Prendete Sassuolo-Torino e andate a controllare l’episodio del gol di Iago Falque prima concesso, palla al centro e a seguire ma, dopo un minuto, cancellato. Silenzio parla il Var. Ma che roba è? Ma che calcio è questo? Prevedo che Cairo, già presentissimo sui suoi fogli nello sfogo quotidiano, stavolta possa urlare al mondo la propria incazzatura e non si tratta di sudditanza psicologica (dei giornalisti) ma di mediocrità degli arbitri e di una innovazione che sta rovinando lo spirito del campo.
Cairo aveva chiesto più Var, male, anzi malissimo, l’hanno usato, pessimo e abbondante e il Toro si ritrova scornato. Prendete Fabio Quagliarella che continua a fare gol e ieri proprio davanti a Roberto Mancini. Sta a vedere, lo spero io, che invece di aspettare tale Balotelli non si possa puntare su questo diversamente giovane, di anni trentacinque che non ha mai dimenticato l’attrezzo da mandare in gol. Prendete il nuovo governo che vuole abolire il totocalcio e allora ci pensa Piatek che va oltre il 13 e inventa, davvero, il 14 che è il numero dei suoi incredibili gol. Roba buona per Natale, carbone nero per i milanisti made in Usa.
Ci rileggiamo più tardi, dopo l’Inter a Verona e dopo la Roma a Torino.
Tony Damascelli