Alla fine, il Napoli. Milik alla Maradona e il Cagliari resta sull’isola, naufrago dopo avere anche sfiorato il colpo della vita. Napoli diverso da se stesso, con troppi cambi in attacco, fuori i tre caballeros, Callejon-Mertens-Insigne e gioco meno manovrato in orizzontale ma più insistito in verticale per Milik.
Totale: squadra in affanno nella prima frazione, Cagliari schiumoso e avvolgente, buono anche in difesa, attento a centrocampo, insomma una squadra, quella di Maran, ordinata, pratica però priva di due attaccanti potenti d’area, Pavoletti e Cerri. Nonostante questo il primo tempo di Koulibaly è stato incerto, con molti errori nel disimpegno e alcune distrazioni inedite nel suo repertorio. Lentamente, inesorabilmente il Cagliari ha preso a perdere l’energia e le geometrie mentre l’inserimento dei tre succitati attaccanti del Napoli ha permesso ad Ancelotti di ritrovare l’ideneità smarrita, o meglio, rifiutata in avvio.
In verità il Napoli sembrava quasi rinunciare all’aggressione agonistica e tattica dei sardi ma il gol di Milik, splendido per precisione, eleganza e perfidia, ha sistemato le incertezze ribadendo lo svantaggio in classifica sulla Juventus ma restituendo alla squadra partenopea la serenità necessaria. In attesa dell’Europa league c’è sempre un campionato da giocare e vivere fino all’ultimo secondo.
Tony Damascelli