Altro che sovranismo…e il conflitto di interessi?

E’ intervenuto a Lavori in corso Michele Monina, noto critico musicale che ha ascoltato in anteprima stampa le 24 canzoni che verranno proposte sul palco dell’Ariston.

Si gioca d’anticipo e si parla del Festival di Sanremo 2019 a “Lavori in corso” con Stefano Molinari e Luigia Luciani, oggi in compagnia di Michele Monina, noto critico musicale, intervenuto per via telefonica durante la diretta. In merito alle 24 canzoni di Sanremo, ascoltate in anteprima dalla stampa e proposte durante la kermesse sul palco dell’Ariston, il giornalista ha anticipato che “ci sono stranamente, perché parliamo di un Sanremo che ha delle ombre sopra, delle belle canzoni, mentre alcune sono di una bruttezza sconfinata. Per dire, il brano che tutti dicono che vincerà, quello di Ultimo, è una delle canzoni più brutte di quelle sentite.

Sulla presenza di canzoni anti governative, Monina ha confermato: “In tre canzoni era presente il tema dell’immigrazione, trattato più o meno esplicitamente: mi riferisco alla canzone di Motta, che ha un testo molto poetico e quindi uno potrebbe pensare che parli d’altro, ma la percezione comune è che affronti proprio questa tematica. Parla anche di questo quella dei Negrita, in maniera un po’ meno diretta, e quella dei Zen Circus, che racconta dell’oggi in maniera più ampia, non trattando esclusivamente del problema dei migranti ma affrontando anche la tematica di chi non ha lavoro. Diciamo che, se Salvini si è risentito per le dichiarazioni di Baglioni, se davvero guarderà Sanremo, come ha detto che farà, magari non sarà felicissimo. Per contro, non c’è nessuna canzone sovranista.

“Una polemica in merito che si era scatenata era quella dei New Trolls, che, secondo me, non è stata presa perché parlava ‘a favore di’, ma perché era proprio una canzone brutta, fatta male” ha detto il critico musicale, e aggiungendo: “se posso permettermi, queste polemiche sono servite perché ne sono usciti tutti un po’ vincitori, da Salvini a Baglioni, alla De Santis. Secondo me, qualcosina durante il Festival verrà fuori da loro, perché hanno capito che questa cosa funziona.”

E ancora, entrando nel merito della questione del conflitto d’interessi che ha visto in prima linea anche Claudio Baglioni: “Ho posto delle domande pubbliche al presidente e al direttore generale della Rai e ho riportato un pezzo del contratto, in cui si dice chiaramente che non si può avere a che fare professionalmente con chi devi andare a portare in gara. A questa cosa della causa di trasparenza non hanno risposto e il modo in cui l’hanno fatto è stato che, durante la conferenza stampa, nessuno ha posto domande, se non quella sull’immigrazione. La cosa che mi ha colpito è che inizialmente nessuno dei cantanti ha preso le difese di Claudio Baglioni, soprattutto quelli in gara. Dopo ho visto che qualcuno ha iniziato ad esporsi cautamente, e poi c’è stata una levata, non di scudi perché non è stato difeso da tantissimi.”

Il braccio destro di Salzano, impresario di Baglioni e promoter dei super ospiti di Sanremo come Ligabue, è la figlia di Chiara Galvani, capo-struttura Rai che si occupa delle risorse artistiche, tradotto: quando devono andare a trattare i cachet di Baglioni, Salzano va a parlare con la mamma del suo braccio destro” ha specificato Michele Monina, aggiungendo che Salzano “si prende, tralatro, il 25% di quello che prende Baglioni.

Alla domanda se sarà un Sanremo anti governativo, il critico musicale ha confermato: “Lo sarà, non è pensabile che sia altro da questo. Non lo sarà in maniera ficcante, ma qualcosina diranno.”