Più che una coppa Italia è giochi senza frontiere. La Roma gioca il jolly e allora accade che in questa serata sbilenca, con lo stadio Olimpico aperto nel nulla per pochi intimi, in questa serata, dunque, segnano Schick dopo venti secondi e di tacco, poi addirittura Marcano, protagonista di ‘Chi l’ha visto’ e improvvisamente apparso anche con un gol annullato, roba grossa imprevista e imprevedibile. Per non farsi mancare nulla ecco anche l’infortunio maligno per Juan Jesus, costretto alla barella con il ginocchio massacrato e forse fuori causa per lungo tempo. La Virtus Entella ha fatto quello che poteva e doveva, come una zanzara che deve combattere piastrine vape, ventilatori, spray autan e gas vari, raffigurati dai calciatori della Roma che spuntavano da ogni dove e molestavano i poveri liguri molto virtuali più che virtuosi.
E’ il bello, direi del ridicolo, di questo torneo farlocco, spacciato per coppa tricolore pure sponsorizzata dalla compagnia telefonica che dovrebbe chiedere i danni per come la stessa manifestazione è gestita e maltrattata. La Roma, come la Lazio e l’Inter, ha fatto finta di impegnarsi ai massimi ma sono bastati i minimi (absit iniuria per il ragazzo delle repubblica ceca e il difensore spagnolo). Lo stesso Schick ha fatto la ruota del pavone con un gol di fattura in avvio di ripresa insieme con un numero tot di colpi di tacco più da spiaggia che da calcio vero. Per completare la sagra è arrivato anche il gol di Pastore, un altro personaggio scomparso nel presepe romanista. Totale, al di là del risultato, la coppa Italia è una comunità di recupero.
Bene e meglio per la Roma a parte quella mazzata per Juan Jesus che spingerà Monchi e la sua orchestra a inventarsi qualcosa e qualcuno sul mercato.
Tony Damascelli