Il calcio è il gioco più matto che sia mai stato inventato e così al San Paolo succede di tutto e alla fine la Lazio cade dalle montagne russe e si fa male: sorpassata dalla Roma, avvicinata dall’Atalanta e deve ancora giocare il Milan.
Che succede, dunque? Succede che il Napoli, dopo qualche stento iniziale, si scioglie e fa valere una qualità dei singoli superiore e un gioco ad alto livello. È un tiro al bersaglio: due gol, tre pali, un quarto in fuorigioco. La Lazio teme e meriterebbe la goleada.
Inzaghi la risistema nella ripresa. Toglie giustamente Lukaku, riporta Lulic a sinistra, chiede a Parolo di fare l’esterno destro, entra finalmente Correa. Il Napoli vorrebbe controllare, ma non ci riesce: segna Immobile. Stai a vedere, ci si dice.
Invece Milinkovic sbaglia un appoggio, Acerbi rimedia il secondo giallo, esce e non ci sarà neppure contro la Juventus. La Lazio ci prova ancora, ma si capisce da lontano che i giochi sono fatti.
In sintesi. Calcio folle e Lazio a due volti: orribile e poi decentina. Un messaggio rivolto a Inzaghi: Correa ci vuole. Se non altro porta freschezza a una manovra che spesso sembra antica e arcinota.
Roberto Renga
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