Il Presidente della Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop ha scelto la linea dura contro una scena del film.
Va in fondo alla questione e adotta una linea dura e decisa in risposta a una scena dell’ultimo lungometraggio di Massimiliano Bruno, “Non ci resta che il crimine“, Domenico Raimondo, Presidente della Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop, dichiarando che la battuta sulla mozzarella contaminata di Caserta nel film “è un falso storico e un’offesa inaccettabile a un intero territorio. Abbiamo già incaricato i nostri legali per mettere in campo tutte le azioni necessarie a tutela dei produttori di mozzarella Dop, ma anche a difesa di una terra ingiustamente martoriata da stereotipi che non possono essere rilanciati anche da un film.“
“Sconcerta ancor di più” ha rimarcato Raimondo all’Adnkronos “che a pronunciare quelle parole sia un attore del calibro di Alessandro Gassman, erede di un cognome così importante“.
“Nessuna mozzarella Dop è mai risultata contaminata, nemmeno nei periodi più difficili, che per fortuna sono alle spalle” ha proseguito il Presidente, aggiungendo che “oggi i consumatori testimoniano ogni giorno quanto amano la bufala campana, visto che nel 2018 abbiamo raggiunto il record storico di produzione con oltre 50 milioni di chili di mozzarella sulle tavole di tutto il mondo”.
“Non ci resta che il crimine” è disponibile in sala dal 10 gennaio e, secondo Domenico Raimondo, essere “infangati al cinema è intollerabile e il nostro appello va a tutte le istituzioni campane per una mobilitazione collettiva contro ogni tentativo di gettare ombre su questa terra. Siamo stufi di comportamenti del genere e non li tollereremo più. Faremo valere la nostra dignità e il nostro orgoglio in ogni sede. Pretendiamo rispetto da tutti” .