Il noto economista è intervenuto a “Un Giorno Speciale”, parlando dell’UE ed esprimendosi sul futuro Commissario Europeo
Torna negli studi di Radio Radio il Prof. Antonio Maria Rinaldi, ospite frequente a “Un giorno speciale” con Francesco Vergovich e Fabio Duranti. Alla domanda iniziale di Vergovich sulla sua presunta leadership dei Gilet Gialli, il docente universitario ha risposto che “Assolutamente no, non c’è leadership. Credo che tu ti riferisca all’invito di sabato scorso dei Gilet Gialli al programma di Moreno Pasquinelli e mi hanno invitato sul palco. Era esclusivamente un incontro divulgativo per capire dalle voci dei diretti interessati senza la mediazione dei giornali e delle TV. Volevamo sapere esattamente da loro com’è la loro situazione in Francia ed è stato interessante perché ci hanno spiegato come sono nati, che cosa vogliono e cosa no, le domande erano tante e la curiosità tantissima“.
Sulle dichiarazioni di Junker in merito alla politica dell’austerity, l’economista ha ribattuto con un sorriso: “Secondo me ha iniziato a leggere Scenari economici e si è reso conto di tutte le cose sbagliate che hanno fatto. Adesso fanno il mea culpa sulla Grecia, però vorrei chiedere al signor Junker: come la mettiamo con il fatto che in Grecia non hanno più i servizi basilari per la sanità pubblica?”
“Quando queste figure vanno via, e Junker sta andando via – continua – hanno rigurgiti di coscienza. Ora ci sono le elezioni Europee e credo che miri ad essere rieletto. Ma un minimo di vergogna, visto che gli è stato detto in tutti i modi – ha incalzato Rinaldi, sottolineando che – Noi paghiamo ancora le conseguenze del governo Monti e anche quello da revisionare… aspettiamo qualcuno che riconosca di aver sbagliato, perché a pagare il conto siamo e saremo ancora noi, non certo loro”.
Alla domanda di Duranti se sia meglio un’economia federale o globale, l’economista ha risposto che “Il problema va inteso in questo modo. L’Unione Europea e le sue istituzioni, di fatto, sono governate non certo con un principio di democrazia. Il parlamento Europeo è vero che è eletto con suffragio universale, ma è anche l’unico parlamento al mondo che non ha potere legislativo. È un’opera annacquata, discutono per dare una sorta di ufficialità democratica a quest’Unione Europea, ma di fatto chi prendere le decisioni è la Commissione Europea, espressione dei governi e di questa maggioranza”.
E ancora: “Dubito che questa maggioranza possa esserci dopo le elezioni, ci saranno probabilmente altre maggioranze e il quadro cambierà sicuramente. Mi auguro che abbiano successo le forze politiche diverse da quelle che, fino ad adesso, hanno governato e che l’Italia possa esprimere un commissario europeo di peso, non certo la Mogherini, che mi sembra marginale nella Commissione Europea”.
Sulla questione delle banche, invece, Rinaldi ha spiegato che “Noi vediamo crisi delle banche italiane e, nella maggioranza dei casi, queste crisi non sono state colpa dei piccoli, ma dei grandi, cioè sono stati dati degli affidamenti che non sono rientrati di grassi gruppi, i quali hanno avuto un credito abbastanza generoso e tutto poi è ricaduto sul piccolo, richiamato a rientrare.”
Concludendo il suo intervento sulla scia della tematica dell’uscita dall’euro e sulle dichiarazioni di Savona, l’economista ha ricordato che “…a ottobre del 2015 Savona diceva chiaramente che al 99,9% periodico noi dobbiamo avere un piano B, non perché noi vogliamo uscire dall’euro, ma perché si creeranno situazioni per il quale noi saremo costretti, e l’esortazione del professor Savona è sempre stata la stessa. Una classe politica consapevole deve avere sempre un piano B e non lo deve mettere in atto per sua decisione, ma in previsione che succeda qualcosa, fermo restando che questo non significa essere supini a qualsiasi cosa ci viene imposta da Bruxelles“.