E’ stata depositata da un esponente della Lega, l’Onorevole Gianluca Cantalamessa, una proposta di legge molto importante soprattutto nell’ottica delle grandi città. E’ proprio qui infatti che prolifera la nascita di baby gang e il fardello della criminalità organizzata: quest’ultima molto spesso si serve delle bande di giovani e persuade ragazzi deboli mettendo in pericolo la quotidianità di ognuno di noi propagando atti vandalici (anche gratuiti) per tutto il suolo cittadino.
A “Lavori in corso” il deputato campano ha spiegato le ragioni della sua proposta di legge varata insieme a degli avvocati e professori di diritto penale: “Prendiamo atto di una cosa che è sotto gli occhi di tutti: le nuove generazioni maturano prima delle vecchie generazioni. E’ un dato di fatto e alla luce di questo io ho preso atto di una serie di problemi che riguardano ragazzi e ragazze i quali hanno a che fare con la criminalità organizzata“.
“La proposta di legge“, spiega Cantalamessa, “è abbastanza semplice e consta di tre articoli: Il primo è l’abbassamento dell’età penalmente imputabile a dodici anni perché purtroppo ci sono vari casi di ragazzi e baby gang che diventano braccia della criminalità organizzata. Il secondo è l’eliminazione delle premialità previste per i minorenni laddove esista l’aggravante del 416 bis, ovvero l’aggravante di far parte di un’associazione di stampo mafioso”.
Non è solo la lotta alle associazioni mafiose che spinge il deputato leghista alla proposta, ma anche un particolare prettamente meritocratico: Il terzo articolo va rivisto un pò in senso restrittivo e riguarda i criteri d’imputabilità, mi spiego: la legge ad oggi non parte dal presupposto che il ragazzo abbia sempre la capacità di intendere e di volere quindi esiste una serie di premialità in un mondo dove purtroppo ci sono ragazzi di sedici anni che hanno già tre quattro omicidi alle spalle allora credo che in questo caso parlare di criteri d’imputabilità uguali a quelli di ragazzi che non hanno precedenti non sia corretto”.
Ragazzi fragili, in questi casi mancanti di figure di riferimento che spesso devono compensare la propria insicurezza e affermare la propria identità: si tratta di un problema più concreto di quanto spesso si pensa perché l’educazione familiare e scolastica gioca un ruolo fondamentale, ma secondo Cantalamessa qualcosa in tal senso è stato fatto: “Non è un caso che il nostro Ministro Bussetti abbia riproposto l’educazione civica nelle scuole”
L’assonanza col giustizialismo americano sembra evidente, ma il deputato leghista risponde così alla domanda di Stefano Molinari: Il problema delle baby gang riguarda tutte le grandi città“, concedendo con pin appunto sui casi che considera tra i più pericolosi: “Spesso ci sono i casi dei rom che mandano a sfasciare e fare furti i più giovani approfittando di loro, ma anche la mafia al sud: succede spesso che a causa dell’arresto del capo clan i più piccoli prendano il comando diventando dei veri e propri boss a quindici anni“.