Era finita male, è continuata peggio. Fiorentina-Inter, da partita di calcio a carneficina nel giro di pochi secondi: sì, perché questo è il tempo del web sia per diffondere foto (Gagliardini docet) che insulti, e tra i più svariati e fantasiosi. E’ la legge del taglione dei social, secondo la quale l’errore o l’umiliazione è direttamente proporzionale all’inferno che si può scagliare dopo su una persona.
Lo sa bene Rosario Abisso dalle 23:00 di ieri sera, quando il suo nome è finito nella lista nera dei tifosi nerazzurri. L’arbitro palermitano nella scorsa serata ha diretto pessimamente la gara del Franchi, assegnando un rigore quantomeno dubbio alla Fiorentina al 100′, dopo una partita costernata di errori. Detto ciò criticare è lecito, o vivremmo in un mondo decisamente peggiore di questo; augurare la morte e diffondere il profilo della persona che si vuole bersagliare di insulti somiglia più a cyberbullismo. Non una linea sottile, ma un abisso separa le due cose, perché non c’è alcuno spirito critico nel secondo caso, ovvero nell’augurare ad Abisso (l’arbitro) di morire e diffondere i suoi profili social con la finalità di andare a scriverci cose che somigliano molto poco a degli spunti di dibattito.
Non è la prima e non sarà certo l’ultima volta che assisteremo a tutto ciò, ma tra le tante invettive sulle principali piattaforme social alle proteste si è deciso di aggiungere un tocco di macabro, tirando fuori il nome di Davide Astori come se le due cose fossero compatibili, come se una partita potesse macchiare la memoria di una persona. Tra i più bersagliati oltre l’arbitro del match, c’è Federico Chiesa: “Sei un fallito come tuo padre“, “Sei uno schifo“, “Sei questo, sei quello” e intanto l’hater medio si dimentica chi è lui: una persona che usa la tastiera come un arma potentissima in mano a un folle. Ecco il meglio del peggio del web non filtrato dai social (quindi visibile a chiunque, indipendentemente dall’età). Forse è l’ora di dare più considerazione al pensiero di Umberto Eco.