Gelo francese

Ci ha provato, Matteo Salvini, a rimettere a posto le cose. Ma l’invito lanciato ieri dal ministro dell’Interno al collega francese – primo passo per appianare la crisi diplomatica fra Roma e Parigi – si è rivelato quasi un boomerang. La proposta di una discussione a due sui “dossier aperti” fra i rispettivi Paesi, infatti, non sembra essere stata almeno finora una mossa vincente né gradita. Anzi. Christophe Castaner, omologo francese del ministro, è stato chiaro: “Non mi si può convocare – ha spiegato a Bfmtv -. Non mi si convoca. Ieri ero con Matteo Salvini in un’istanza europea, abbiamo avuto uno scambio anche sulla questione migratoria. Il dialogo fra noi è costante. Bisogna – ha sottolineato – che sia rispettoso”. “Anche io sono pronto ad accoglierlo”, ha poi aggiunto, sottolineando tuttavia che le missioni diplomatiche vanno fatte “in maniera ufficiale”. Un messaggio chiaro, insomma, che di fatto mantiene le temperature dei governi sotto lo zero.
Ovviamente, io non voglio né posso convocare nessuno“, la replica di Salvini al gelo francese, con il ministro che si dice comunque “lieto di ospitare in Italia, il prima possibile, il mio collega francese per discutere e risolvere i problemi”.

Intanto, però, solo nella giornata di ieri a complicare i rapporti dopo il richiamo all’ambasciatore italiano a Parigi sono arrivati i casi Sea Watch e Alitalia-Air France
Sulla questione migranti, fonti del Viminale avevano infatti annunciato in mattinata il dietrofront della Francia sull’impegno preso nei confronti dei naufraghi salvati dalla ong: “Parigi ha fatto sapere al Viminale – spiegavano le fonti – che dei migranti della Sea Watch ‘prenderemo solo persone che hanno bisogno di protezione e non migranti economici'”, riferendosi al caso delle 47 persone, a bordo della Sea Watch, fatte sbarcare a Catania lo scorso 31 gennaio. Eventualità poi smentita dall’Eliseo all’Adnkronos: “L’impegno della Francia sulla Sea Watch è mantenuto”, hanno spiegato. “Prendiamo atto che la Francia vuole ancora approfondire le posizioni dei 9 immigrati assegnati a Parigi e che attualmente sono a Messina”, la risposta affidata alle fonti del Viminale, che osservano come “la disponibilità di Parigi per aiutare Roma sul dossier rimpatri è stata apprezzata e segnalata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, che l’ha evidenziata al suo omologo francese nella lettera con cui lo invita a Roma. Si segnala però che i partner europei non possono escludere i migranti economici dalla ridistribuzione perché rappresentano la stragrande maggioranza di chi arriva in Europa”.
Incognita, invece, sui destini di Alitalia. Air France avrebbe infatti deciso di sfilarsi dalla partita per il salvataggio della compagnia italiana: una decisione “dovuta a motivi politico-istituzionali”, come riferito al Sole 24 Ore da “fonti autorevoli” alla luce delle tensioni con l’Italia. La mossa, se confermata, complicherebbe la ricerca di un partner industriale per Fs nell’operazione che punta al rilancio della compagnia aerea. Che, si ricorda, continua a bruciare la cassa del prestito ponte da 900 milioni.
“Le informazioni su Air France che avevo sono precedenti a questa vicenda”, il commento al caso del ministro Luigi Di Maio che, spiega, sta “seguendo il dossier Alitalia da diversi mesi” e che assicura: “L’entusiasmo di Air France non si è raffreddato adesso”. Ma la tensione resta altissima.