Che sia un successo importante è scontato: sorpasso sulla Roma e, dovendo recuperare con l’Udinese, anche con vista sul Milan e dunque la Champions. Ma è il modo che può entusiasmare i tifosi della Lazio. Che questa volta, come imponeva l’Inter, ha abbandonato i panni del torero elegante e seduttore, per farsi terrena e operaia.
Cercato e trovato il gol di Milinkovic, la Lazio ha sfiorato ripetutamente il due andando a sbattere su Handanovic. E poi ha difeso quel gol. Si è messa dietro, ha risposto fisicamente all’agonismo interista, ha messo a punto una difesa addirittura perfetta, se mettiamo da parte i minuti iniziali.
Non la Lazio con il fioretto e con i poeti, insomma, ma una squadra che non ti aspetti e ti provoca meraviglia. La Lazio da tempo esprime il miglior calcio che c’è, insieme con Atalanta e Napoli (la Juve è a parte). Questa ci aspettavamo anche a San Siro.
Inzaghi ne ha presentata un’altra. Fortissima con Leiva, Milinkovic e Acerbi e con tutti gli altri. Ora sa il tecnico di poter seguire due strade e questo potrebbe aiutarlo a raggiungere il posto in classifica che ha adocchiato.
Non è stata una piccola Inter, in particolare quella del secondo tempo. Le mancava, per beghe sue, un centravanti di ruolo, ma Keita è stato il migliore con il portiere e con Asamoah. Rivisto male Nainggolan. Spalletti ha sulle spalle il caso Icardi e gli verrà ricordato.
Roberto Renga