E’ intenzionato a portare alta la bandiera della cucina francese Emmanuel Macron, tramite uno dei suoi alimenti più popolari: la baguette.
Il croccante filoncino d’oltralpe è, secondo il premier francese, meritevole di diventare, alla stessa stregua della pizza, patrimonio mondiale dell’Unesco. Secondo Macron, anche per la baguette, inventata all’inizio del XX secolo, quello sarebbe il “posto giusto”, come ha sottolineato anche nel corso di un incontro con il presidente della Confederazione nazionale della panetteria-pasticceria francese, Dominique Anract: “So che i nostri fornai hanno visto che i napoletani sono stati capaci di promuovere la loro pizza a patrimonio mondiale dell’Unesco, e si dicono: Perché non la baguette?’. E hanno ragione!“.
Secondo Macron, la baquette “è invidiata in tutto il mondo. Bisogna preservarne l’eccellenza e il know-how ed è per questo che occorre iscriverla nel patrimonio Unesco. È un pane dalla storia speciale, è la quotidianità: è il mattino, il mezzogiorno e la sera dei francesi”.
In linea con quanto detto dal capo di Stato anche Anract, il quale ha sottolineato che la baguette è “un prodotto meraviglioso” e, insieme alla Tour Eiffel, è considerata “uno dei principali simboli francesi. Chiederò al Presidente della Repubblica di sostenerci, in modo che la Francia possa presentare la richiesta all’Unesco“.
D’altronde, far diventare il popolare filoncino francese dalla forma allungata patrimonio mondiale dell’Unesco significherebbe anche andare incontro alle esigenze e gusti dei suoi cittadini. Secondo un sondaggio di “Chd Expert” infatti, i francesi non rinunciano comunque a fare rifornimento nelle panetterie artigianali, dove vanno a fare acquisti almeno una volta alla settimana. Da 25 anni esiste anche un disciplinare, previsto dalla legge Raffarin, che regola la produzione del pane della tradizione: deve essere preparato con una miscela di farina di frumento, acqua, lievito, sale, da cui sono banditi additivi e acido ascorbico, un prodotto di qualità importante nell’alimentazione dei nostri cugini d’oltralpe.
Ce la farà il tipico filoncino croccante ad entrare nella schiera dei prodotti da tutelare e promuovere come patrimonio mondiale dell’Unesco? Ai posteri e alla commissione competente, l’ardua sentenza.