Dev’essere stata dura per quei padri che gli hanno insegnato a muovere i primi passi e a fare i primi controlli vedersi superare senza problemi a suon di tunnel e veroniche vent’anni dopo. No, non parliamo dei classici figli d’arte che “se la stanno battendo con la carriera del padre” o che stanno “onorando il nome della maglia“, ma di alcuni esempi di calciatori celebri di cui si sapeva poco o nulla sul fatto che pure il padre se la cavasse bene palla al piede. Insomma, bene, per lo meno sono arrivati a uno stipendio.
Non come loro che oltre a un salario di gran lunga superiore a quello paterno hanno anche portato in alto il nome che il papà aveva sulla maglia che si lavava (che non si trovava negli store). Nomi noti, calciatori fortissimi che ad un certo punto hanno iniziato a riportare “a casa il lingotto”. C’è comunque da dire che dei buoni studenti sono tali soprattutto perché probabilmente hanno ricevuto buoni insegnamenti. Saranno allora stati almeno un pò fieri quei papà che subendo il loro primo tunnel dalla progenie hanno goduto dell’ascesa di questi campioni. Ovviamente parliamo di esempi di caratura differente, da stelle internazionali a grandi di provincia, ma pur sempre più famosi dei “malcapitati” genitori: ecco dei casi di alcuni papà che hanno trasmesso la loro passione per il calcio ai figli (i quali l’hanno appresa molto meglio) di cui non avevi idea.
Mazinho
Ottimo centrocampista difensivo di Lecce e Fiorentina, Iomar do Nascimento, noto come Mazinho era anche in campo contro la nazionale italiana nel ’94, ma a meno che non siate fiorentini o leccesi adulti farete probabilmente fatica a ricordarlo. Diciamo che se su Wikipedia fosse denominato come “Il padre di Rafinha e Thiago Alcantara” al giorno d’oggi sarebbe molto più noto. Comunque i suoi risultati superano di gran lunga il calibro “oratorio”, nel palmarès personale può infatti vantare un argento Olimpico, una coppa America e – purtroppo – un mondiale conquistato a USA ’94.Così, per permettere agli italiani di ricordarlo meglio.
Souleyman Sané
Tecnicamente è solo “Souleyman” ma vi abbiamo aiutando mettendo il nome del più celebre calciatore citizen, appunto, suo figlio. Essere capocannoniere della massima serie austriaca nel ’95 non è probabilmente bastato a determinare quella che sembra una vera e propria competizione familiare a chi sta di più sul tapis roulant. La moglie, Regina Weber è stata una ginnasta tedesca e ha conquistato la medaglia di bronzo nella ritmica alle Olimpiadi dell’84 a Los Angeles; il figlio, lo conoscete tutti, ma paradossalmente un titolo da capocannoniere non l’ha mai conquistato. Sicuramente non quello austriaco.
Beniamino Abate
Avete indovinato? Non vi vantate troppo perché, si sa, suo figlio Ignazio è il noto calciatore del Milan del quale si è parlato molto, talvolta per qualche cross in tribuna, talvolta per delle belle gesta. Il papà ha invece raggiunto l’apogeo della sua carriera tra le fila dei rivali nerazzurri come portiere. Dal 2004 sentendo la mancanza del figlio è preparatore dei portieri a Milanello, alternandosi tra prima squadra e primavera. Spiegato perché non si riesca a trovare un raccattapalle.
Miguel Angel Alonso
Più facile azzeccare la nazionalità che la progenie. L’ex calciatore spagnolo Miguel Angel Alonso, è papà dei figli portatori dell’ennesimo famosissimo cognome iberico, Mikel e Xabi Alonso. Oltre ad aver conseguito il cartellino da calciatore però l’ex centrocampista difensivo del Real Sociedad ha militato anche tra i blaugrana che poi odieranno tanto il figlio Xabi, vincendo tre campionati, di cui uno solo coi catalani. Gli altri due alla Real Sociedad, capito Messi?
Roberto Sorrentino
Anche lui era “bravino” come il figlio Stefano, ma nonostante le copiose parate nell’83 retrocedette col Cagliari, meta massima della sua carriera (perché nel Napoli non giocò mai). Deve aver avuto un déjà vu alla prima giornata di questo campionato, quando il portiere del Chievo si è immolato su Cristiano Ronaldo in uscita, circa 36 anni prima infatti Sorrentino senior faceva la medesima uscita su Marco Tardelli comunque inutile ai fini del risultato, proprio come il figlio. A differenza di Stefano però, Roberto è stato alla Juventus (come preparatore portieri negli anni 90′).
Neymar senior
Quel “Jr” finale non ha mai aiutato alle persone a chiedersi su chi fosse il padre del celebrissimo calciatore del PSG. Innanzitutto chiariamo il fatto che il l’aggettivo “Junior” in questo caso non è un aggettivo ma proprio un nome. Comunque non si può dire che Neymar senior qualche settimana fa abbia sfiorato una rissa con Cantona solo per notorietà. Anche lui come il figlio si appassionò al gioco del calcio, militando nel nell’União Mogiano FC, stavolta sì, senza neanche portare a casa il famoso “trofeo dell’oratorio”: forse per compensare questa mancanza si è dedicato anima e corpo alla carriera del figlio e questo, sì, vale molto di più di qualsiasi torneo ecclesiastico.