Sono state accolte da poche ore le dimissioni dell’arcivescovo di Santiago, il cardinale
Ricardo Ezzati Andrello, indagato per presunti occultamenti in vicende di pedofilia, che vedono coinvolti tre preti della sua diocesi.
Divenuto cardinale nel 2014 e settimo vescovo sotto processo in Cile, l’alto prelato aveva presentato la sua rinuncia al governo pastorale il 7 gennaio 2017 e, sempre a gennaio, la Commissione per i diritti umani del Senato cileno aveva approvato la revoca della nazionalità cilena concessa per grazia all’arcivescovo.
Stando a quanto reso noto da un Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede, Papa Francesco, a seguito delle dimissioni di Ezzati, ha nominato Amministratore Apostolico “sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis” dell’arcidiocesi di Santiago del Cile monsignor Celestino Aos Braco, vescovo di Copiapò.
Sorte momentaneamente diversa da quella di Ezzati, invece, per cardinale Barbarin che, lunedì scorso, ha rassegnato le sue dimissioni al pontefice, a seguito della sua condanna in primo grado, emessa dal tribunale di Lione, per non aver portato alla luce i crimini di un prete pedofilo, perpetrati negli anni Settanta e Ottanta. Il Papa ha deciso, dopo un incontro faccia a faccia con il porporato della durata di venti minuti, di non accogliere la sua rinuncia, lasciando a Barbarin la libertà di allontanarsi temporaneamente dalla guida della diocesi.
A confermarlo il portavoce vaticano e direttore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gasotti che, nel comunicare la decisione di Papa Bergoglio, ha anche specificato che la Santa Sede “tiene a ribadire la sua vicinanza alle vittime di abusi, ai fedeli dell’arcidiocesi di Lione e di tutta la Chiesa di Francia che vivono un momento particolarmente doloroso“.