Rinaldi sulla Tav: “Ecco la mia, possibile chiave di lettura per risolvere quest’empasse”

A Lavori in corso con Stefano Molinari e Luigia Luciani, l'economista è intervenuto sull'annosa questione della Tav.

Impera ancora l’annosa questione della Tav e, a parlarne ai nostri microfoni, fornendo anche una possibile chiave di lettura risolutiva sul progetto che rischia di minare dall’interno il governo gialloverde, è il Prof. Antonio Maria Rinaldi, economista di spicco e docente della “Link Campus University” di Roma.

Il progetto Tav è un progetto datato (ha debordato ampiamente i 30 anni), che ha bisogno di una revisione progettuale a livello di costi e d’impatto ambientale. Se l’azione del Movimento 5 stelle si rivelerà essere proficua per migliorare, risparmiare e tutelare le persone che vivono nella Val di Susa, ben venga tutto questo interesse mediatico che c’è stato nei confronti della Tav” ha detto Rinaldi a “Lavori in corso“, ponendo poi l’accento sulla necessità di mettere in sicurezza anche altre strutture “italiane del territorio. L’Italia ha bisogno di tantissime opere pubbliche del sistema Paese e questo deve avvenire“.

In Italia c’è un codice degli appalti su immagine e somiglianza delle direttive europee che, di fatto, ha ingessato completamente qualsiasi tipo di attività. Ci sono nel nostro Paese moltissime opere cantierabili con finanziamenti ma mancanti dell’autorizzazione o dell’ultimo bollino, ed è tutto fermo” ha ribadito l’economista, e aggiungendo “Cerchiamo di snellire anche la parte burocratica e mi sembra che il governo voglia andare in quella direzione”.

Una chiave di lettura per risolvere quest’empasse della Tav può essere quella di dire ‘grazie Movimento 5 stelle che hai sollevato il problema, perché altrimenti, senza di voi, l’opera si sarebbe realizzata male, in quei termini non proficui per nessuno. Con la vostra azione, il progetto adesso si può fare con dei presupposti completamente diversi e ottimali’. Credo che possa essere una buona soluzione per accontentare tutti” ha detto, verso la fine del suo intervento, il prof. Antonio Maria Rinaldi.