Con un 41.9% Vito Bardi, candidato di centrodestra, è il nuovo governatore della Basilicata, superando così il 33.3% del centrosinistra e il 20.5% del Movimento 5 Stelle. Come possiamo interpretare questo risultato? Lo abbiamo chiesto a Roberto D’Alimonte, Direttore del Centro Italiano Studi Elettorali (CISE).
Elezioni regionali, taglio solo locale o dato rilevante che anticipa il sentimento del Paese?
E’ un dato locale indicativo di tendenza. Una tendenza che abbiamo visto non soltanto in Basilicata, perché adesso possiamo fare un bilancio del centro sud, con Abruzzo, Sardegna e Molise, dove si è votato l’anno scorso. La tendenza è la diminuzione dei consensi ai 5 Stelle, la diminuzione dei consensi a Forza Italia e l’aumento dei voti della Lega. Il 19% della Lega in Basilicata è un risultato molto importante perché vuol dire che la Lega sta prendendo i voti ai 5 Stelle e a Forza Italia. E questo significa che c’è uno spostamento dell’asse della coalizione anche al sud, non soltanto al nord.
M5S in Basilicata ha un 20.5%: c’è chi dice che è un successo perché è un aumento rispetto alle regionali del 2013 (9%) e chi la vede come una clamorosa sconfitta rispetto alle politiche del 2018 (44.3%). Dove sta la verità?
Di Maio può dire che in Basilicata rispetto alle regionali i voti sono aumentati, ma dalle politiche che sono state soltanto un anno fa si sono dimezzati. E lo stesso è avvenuto anche in Abruzzo e in Sardegna. Sconfitta? Beh è comunque un arretramento: il Movimento sta perdendo consensi rispetto al suo successo dell’anno scorso.
Rapporto Salvini – Berlusconi: approfittare del momento per andare subito alle elezioni insieme può essere una scelta saggia?
Salvini dovrà scegliere fra Di Maio e Berlusconi. La scelta non è semplice. Io non credo che Salvini apprezzi l’idea di governare con Berlusconi, perché è un personaggio di un’altra epoca, di un altro mondo. Rappresenta un mondo a cui Salvini non vuole più essere associato. Credo che da questo punto di vista il rapporto con Di Maio, che pure è conflittuale per altri aspetti, è più in sintonia.
Alla luce della ‘tendenza’ di diminuzione dei consensi di M5S e FI in favore della Lega, possiamo immaginare un futuro in cui Salvini non avrà più bisogno di nessuno dei due?
No. Questo non credo. Perché per vincere le elezioni politiche, per avere la maggioranza assoluta dei seggi non può fare a meno di Berlusconi. Anche se Berlusconi oggi vale il 9%, quel 9% è decisivo. Ottenere quasi il 50% dei voti? E’ impossibile che questo avvenga, la maggioranza assoluta di un solo partito non si vede dai tempi della Democrazia Cristiana nel 1948.
Centrosinistra: viviamo in un paese in cui non esiste più un’opposizione?
Un’opposizione c’è. Non è un’opposizione che stando così le cose può presentarsi come alternativa di governo. Zingaretti? C’è già un effetto Zingaretti, effetto di ritrovata unità del partito. Però anche se il PD arrivasse al 25%, cosa se ne farebbe senza alleati?