Serie A, tra svalutati e flop ecco la formazione più deludente

Campioni, autori di gesta impressionanti e di prestazioni incredibili… ma non in questa stagione.
A vederla sembrerebbe una formazione di tutto rispetto (e sulla carta lo è eccome) ma quello che abbiamo messo insieme sotto la categoria “Flop” della Serie A 2018-2019 è il 4-3-2-1 più deludente del campionato, tenendo ben presente che non si sta esaminando il valore dei calciatori scelti, ma la loro annata corrente. Perciò prima che qualcuno si indigni o inizi a dissentire con vigore, specifichiamo i criteri di queste scelte.

Iniziamo col precisare che, a campionato quasi terminato, è difficile che un finale di stagione col botto permetta a questi giocatori un resoconto complessivo molto diverso da quello attuale.
Seconda poi va considerata la loro valutazione, o meglio la loro svalutazione rispetto alle scorse finestre di mercato o alla cifra pattuita per il riscatto del cartellino (in caso di prestito).
In terzo luogo poi vanno considerate anche le prestazioni, perché parlare solo di numeri non consente un analisi precisa di quella che è stata la reale annata degli “eletti” di questa “flop 11”.
Tra svalutazioni e partite sotto tono ecco dunque le nostre scelte per la formazione delle delusioni della massima serie.

Robin Olsen

Per “Transfermarkt” il suo valore di mercato (10 milioni) non sarebbe variato, ma la sua stagione è a dir poco deludente. I 54 gol incassati in 34 partite sono emblematici per la stagione del numero 1 della Roma, già condannato dalle alte aspettative riservategli dall’eredità di Alisson. Possiamo dirlo: aspettative ampiamente non soddisfatte.

Federico Fazio

Valutazione decisamente inflazionata la sua, e ci mancherebbe vista la stagione ricca di gol (per un difensore) ma anche di pasticci. Non serve dilungarsi oltre.

Daniele Rugani

Un fiore che non sboccia. Se la sarebbe giocata con Leonardo Bonucci per “un posto da titolare” in questa formazione, ma il viterbese nonostante qualche sbavatura di troppo, è troppo importante per il gioco bianconero rispetto al canterano. Il lungo infortunio di Mattia Caldara non gli consente di rientrare nella formazione e di fatto la sua valutazione non è cambiata, non sulla carta.

Riza Durmisi

A gennaio dopo pochissimi minuti giocati con la maglia biancoceleste si ipotizzava già che potesse fare le valige, con destinazione Celta Vigo. La sua valutazione non è scesa di molto, si aggira sui 5 milioni di euro, la sua stagione non si aggira invece sulla sufficienza.

Elseid Hysaj

In leggero calo la sua valutazione, in leggero calo la sua stagione soprattutto se confrontata a quella passata. Ci si aspettava il salto di qualità definitivo che fatica ad arrivare, anche se nel complesso l’annata non è stata negativa.

Radja Nainggolan

Fuma meno e mangia meglio, questo per riportare sui binari giusti una stagione a dir poco travagliata con la maglia dell’Inter, con Zaniolo che finendo dall’altra parte in cambio del suo cartellino rende le cose ancor meno facili. Vince il ballottaggio con Hamsik per le alte aspettative che si riponevano in lui.

Steven Nzonzi

Non proprio “una bestia” come lo aveva denominato Pallotta alla vigilia del suo acquisto, anzi, dopo poco meno di una stagione in giallorosso le voci di un possibile approdo all’Arsenal suonavano melodiosamente alle orecchie dei tifosi romanisti, ma con Monchi che alla fine non è andato ai gunners le cose potrebbero cambiare.

Ivan Perisic

Forse per la querelle con Icardi, forse per il mondiale perso con la Croazia, sta di fatto che questa è una stagione più che sottotono per uno come lui. Ultimamente ha alzato la testa ma sembra che l’Inter voglia fare a meno di lui per il prossimo anno, sì, anche per Icardi, ma se si fosse reso fondamentale alla squadra probabilmente la società non avrebbe valutato questa decisione a tre mesi dalla fine del campionato.

Javier Pastore

E’ vero, anche lui è uno di quelli che sono stati martoriati dagli infortuni, vedendo l’infermeria abitualmente, al contrario del campo. Pastore però doveva essere più che un rinforzo. Considerato la ciliegina sulla torta della campagna acquisti firmata Monchi, alla fine si è rivelato la panna avariata di un dolce dal retrogusto amnarissimo, Zaniolo a parte.

Douglas Costa

La classica annata fuori dalle righe in cui si preferisce far faville più fuori che dentro al campo. Festeggia con Neymar dopo aver distrutto la macchina, sputa in volto a Di Francesco e alla Juventus rimediando quattro turni di squalifica a campionato appena iniziato e, a completare il quadretto subentrano gli infortuni. Tutto da rifare (se la Juventus glie lo permetterà).

Gonzalo Higuain

Va al Milan, si fa aspettare, non arriva e se ne va. Poco da aggiungere sull’avventura in Premier al termine della quale il Chelsea dovrà rispedirlo a Torino per il blocco del mercato blues imposto dalla FIFA. Probabilmente la Juve lo tratterà come un pacco bomba di cui liberarsi presto (non tanto per le doti indiscusse ma perché non rientra nei piani della società). Per non parlare di Piatek che ha dimostrato al contrario suo che in questo Milan si può segnare benissimo.