Arrestato il presidente dell’assemblea capitolina di Roma Marcello De Vito. I carabinieri del comando provinciale di Roma stanno dando esecuzione alla misura cautelare emessa dal gip del Tribunale di Roma nei confronti di 4 persone, per due indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere e per i restanti due gli arresti domiciliari, e una misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale nei confronti di due imprenditori nell’ambito dell’indagine ‘Congiunzione astrale’, coordinata dalla Procura della Repubblica capitolina.
De Vito è destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Sia la casa dell’esponente grillino che il Campidoglio sono stati perquisiti: al setaccio gli uffici della presidenza dell’Assemblea Capitolina a caccia di documenti.
L’indagine riguarda un gruppo di persone dedite, in concorso tra loro, al compimento di condotte corruttive e di traffico di influenze illecite, nell’ambito delle procedure connesse con la realizzazione del Nuovo Stadio della A.S. Roma calcio, la costruzione di un albergo presso la ex stazione ferroviaria di Roma Trastevere e la riqualificazione dell’area degli ex Mercati generali di Roma Ostiense.
L’indagine ha fatto luce su una serie di operazioni corruttive realizzate da imprenditori attraverso l’intermediazione di un avvocato ed un uomo d’affari, che fungono da raccordo con il presidente dell’Assemblea comunale capitolina per ottenere provvedimenti favorevoli alla realizzazione di importanti progetti immobiliari.
“I fatti contestati a Marcello De Vito sono gravissimi: in questo momento, ancor più di prima, è necessario ribadire la piena e totale fiducia nell’operato della magistratura e delle forze dell’ordine. Non si può rimanere in silenzio. La corruzione è un male che colpisce in qualsiasi forza politica e bisogna essere intransigenti”, secondo Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia e senatore M5S.
L’arresto di De Vito è “un episodio tristissimo. Ma come gruppo politico dobbiamo avere una reazione immediata e dura. Questa è la differenza che ci sarà sempre tra il M5S e le altre forze politiche. Gli altri li coccolano, noi no”, dichiara all’Adnkronos Carlo Sibilia, sottosegretario al Viminale ed esponente del Movimento 5 Stelle. “Il dovere di una forza politica seria come la nostra che ha realizzato l’obiettivo di aumentare le pene ai politici corrotti è non solo essere, ma anche apparire onesti. La reazione a questo episodio – conclude l’ex membro del direttorio grillino – non può far altro che farci crescere e migliorare”.
“Se daremo un giudizio, lo daremo alla fine dell’iter processuale. Lo dico ai 5 Stelle: noi siamo garantisti sempre. Non a secondo delle convenienze e delle persone che vengono indagate”, Marco Miccoli, coordinatore della Comunicazione del Pd. “Il Movimento 5 stelle che ieri chiedeva in massa le dimissioni di Nicola Zingaretti per un’indagine dove viene accusato da una persona terza che finora non ha portato alcun riscontro alle sue accuse, ora per coerenza dovrà pretendere le dimissioni della sindaca Raggi e di tutta l’Amministrazione capitolina“, scrive su Facebook il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi. “L’arresto del presidente – prosegue Anzaldi – del Consiglio comunale, esponente di spicco del Movimento 5 stelle e di fatto numero due dell’Amministrazione, dovrebbe essere un motivo sufficiente, secondo il modo di ragionare dei cinque stelle, per far dimettere la Giunta della Capitale, dopo che la sindaca era già stata pesantemente coinvolta nell’inchiesta del nuovo Stadio della Roma con il suo braccio destro Luca Lanzalone. I tanti M5s che hanno dichiarato ieri, come il capogruppo al Senato Patuanelli, il senatore Paragone, la vicepresidente del Senato Taverna, il sottosegretario Di Stefano, oggi cosa dicono? Vedremo anche come si comporteranno i telegiornali Rai: ieri sera per il Tg1 l’indagine su Zingaretti meritava di essere nei titoli all’edizione delle 20. Oggi che faranno con De Vito, notizia che apre tutti i giornali online?”.