La polizia di Stato di Ragusa arresta altri due truffatori seriali napoletani professionisti nel simulare finti incidenti facendo credere ai parenti delle ‘vittime’ di poter risarcire con 10.000 euro la controparte perché il congiunto era sprovvisto di assicurazione. Sette i colpi ricostruiti dalla squadra mobile di Ragusa, guidata dal vicequestore aggiunto Antonino Ciavola, da agosto ad oggi solo nel territorio ibleo. I due sono stati catturati a Napoli dopo ricerche durate quasi un mese da parte della polizia di Stato.
Non è la prima volta che la squadra mobile di Ragusa individua questa tipologia di truffatori che sceglieva vittime ultrasettantenni “creando il terrore in persone così anziane”. “Verranno divulgate le foto e le generalità dei due pluripregiudicati truffatori in quanto vi è l’alta probabilità se non la certezza che padre e figlio abbiano colpito in tutta Italia”, dicono gli investigatori.
A finire in carcere un 69 anne e suo figlio di 44 anni, accusati di truffa e tentata truffa, aggravati dall’aver commesso i fatti ai danni di donne anziane. Il provvedimento di cattura è stato emesso dalla procura della Repubblica di Ragusa a seguito dell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari del tribunale ibleo notificata ieri agli indagati al momento dell’arresto. Durante la scorsa estate, la polizia di Stato ha iniziato a registrare diverse denunce di truffa consumate in provincia di Ragusa con lo stesso modus operandi, appurando che si trattava di più gruppi criminali.
Raccolti i primi elementi, già nel mese di giugno 2018 gli uomini della squadra mobile iblea davano avvio ad un’intensa caccia all’uomo, considerato che le vittime erano tutte donne anziane ed i malfattori creavano un danno non solo economico ma soprattutto psicologico. Partendo proprio dai luoghi delle truffe consumate, le indagini si sono concentrate sugli impianti di videosorveglianza poiché le vittime riferivano di aver ricevuto in casa il truffatore e di essere in grado di riconoscerlo. Dopo indagini senza sosta e grazie alla collaborazione delle vittime, gli investigatori riuscivano a cogliere qualche elemento utile per poter proseguire le indagini, come la macchina utilizzata dai truffatori oggi arrestati.
La macchina era stata noleggiata ma le tecniche investigative in uso alla polizia hanno permesso ugualmente di risalire agli effettivi utilizzatori dei veicoli ”catturati” dalle telecamere. Le vittime raccontavano, tutte in modo dettagliato, quanto a loro occorso; gli investigatori hanno così avuto la certezza che si trattasse di un unico gruppo di truffatori e con l’aiuto delle anziane vittime è stato possibile far riconoscere loro gli autori. Solo successivamente è stato appurato che in provincia di Ragusa erano giunti più gruppi di truffatori; difatti pochi mesi fa un altro delinquente è già stato arrestato per fatti analoghi a quelli commessi dagli odierni arrestati e utilizzando lo stesso modus operandi.