Se ne va anche il Napoli che, chissà perchè poi, molti volevano favorito per il successo finale, insieme con l’Inter. E siamo nell’Europa di serie B, neppure in Champions. Ragioniamo come una volta, ancorati a un passato che, in quanto tale, non esiste più.
Il calcio italiano va rifondato. Non è solo una questione economica: i soldi li hanno anche i club italiani, però li buttano e dove vadano a finire non si sa o non vogliamo saperlo.
È una questione di idee e di volontà, d’intelligenza e di preparazione tecnica. I ragazzi devono giocare con la palla e non rovinarsi dietro concetti tattici. E i giovani devono essere italiani.
E poi fare centri tecnici, cercare una strada italiana al gioco. Che non può essere il gioco olandese, ma una via di mezzo tra ciò che eravamo o siamo e gli altri all’avanguardia.
E la preparazione atletica? Gli altri corrono o noi no. Forse si lavora troppo, forse si lavora male, come testimoniano i tanti infortuni.
Al San Paolo non si è mai avuta la sensazione che il Napoli potesse rimontare. L’Arsenal è partito bene e il Napoli balbettava. Mezze occasioni per gli inglesi, un’occasione vera per il Napoli. Quando Lacazette ha segnato su punizione si è capito che i giochi erano fatti. Sul gol ha sbagliato Meret, ma è giovane e va perdonato ovviamente.
Il Napoli ha poi sfiorato il pari e rischiato di prenderne un altro e qui è stato bravo Meret. Ricordiamo che l’Arsenal è al quinto posto in Premier, quindi squadra buona, non irresistibile. Ma ha vinto all’andata e al ritorno e senza prendere gol.
Chiuso il ciclo di questo Napoli? Non lo so. Ma altri terzini servono e un regista pure. Non basta Ancelotti per tirare a terra la barca. Questa volta il Napoli deve anche spendere.
Roberto Renga