Ecco come ho aiutato mio figlio Giorgio a uscire dalla tossicodipendenza

Queste comunità sono necessarie per dare una speranza a tanti. Perché la tossicodipendenza continuerà a esplodere nelle famiglie e a inondarle di dolore.

Io sono un genitore come molti di voi. Mio figlio ha curato la sua tossicodipendenza nella Comunità Giacomo Cusmano. Sono stato vicino al suo percorso, certamente difficile da affrontare, ma che ha vissuto con determinazione e coraggio. Bravo Giorgio!

Alla fine sono i ragazzi che si salvano dalla tossicodipendenza delle sostanze. Bravi a tutti coloro che riescono a vincere. Ho seguito le indicazioni che mi sono state dettate dagli operatori e ho partecipato agli incontri dei gruppi famiglia per i lunghi anni che sono stati necessari e oggi sono qui per la mia gioia ritrovata.

Ho dedicato questo periodo a me stesso, per capire se avevo sbagliato e come avevo contribuito coi miei atteggiamenti, inconsapevolmente, allo sviluppo e al perdurare del problema. Ho preso coscienza di aver prestato poca attenzione alla sensibilità di mio figlio. Di avergli parlato poco, mancando di gratificarlo e di averlo abbracciato raramente. Ho dato per scontato che le cose andassero bene da sole: ho lasciato andare la barca sulla corrente senza remare. Questa consapevolezza ha portato in me dei cambiamenti di comportamento nelle relazioni familiari. Comportamenti che dovrò consolidare nel tempo con un’attenzione che non avrà mai fine.

Cosa ho fatto nel progetto psicoterapeutico durante la partecipazione al programma come genitore?

Ho accettato la realtà della dipendenza di mio figlio esternando il mio dolore e condividendo la mia esperienza con altre persone che hanno il mio stesso problema. Ciò mi ha portato a non vergognarmi più, ho imparato a superare i vizi della società. Ho conosciuto la problematica della malattia, le conseguenze sulla salute, i rischi corsi e quelli che si potranno ancora correre. Oggi posso consigliare anche altre persone che non sanno cosa fare. Ho cambiato atteggiamento con le altre persone e ho cominciato a dare il giusto valore alle cose della vita. Ho curato me stesso lasciandomi uno spazio esclusivo di riflessione settimanale durante il periodo di partecipazione ai gruppi familiari. Sono stato insieme a persone speciali che dedicano la loro vita a questa Opera.

Queste comunità sono necessarie per dare una speranza a tanti. Perché la tossicodipendenza continuerà a esplodere nelle famiglie e a inondarle di dolore.