Troppa grazia. L’Inter non è un rettilario. L’Inter è la casa del Mulino bianco. Tutti buoni, Icardi è tornato. Icardi ha segnato. Su rigore ma sempre gol è. Abbracci di tutti i rivoltosi, meschini alcuni ma meglio non infierire altrimenti Spalletti ribadisce congiure e affinità varie. Ha segnato anche Perisic, proprio su assist di Icardi. Che vogliamo di più? Che voleva di più Spalletti.
Lo stesso Spalletti a distanza, nel senso di bordocampista, ha assistito alla fiesta dell’argentino che, qualche minuto prima, aveva calciato contro il palo un pallone più difficile da sbagliare che da mettere in porta. Ottanta minuti di Icardiade, prima della staffetta con Keita e un’uscita dal terreno di gioco senza particolare euphoria dell’allenatore. Ottima e abbondante l’Inter di Genova, Quattro gol, doppietta di Gagliardini, squadra lineare e sempre ordinata nel disegno di gioco.
Si è rivisto dall’inizio anche Nainggolan, dunque è come se nulla fosse accaduto, non un clan ma una scolaresca allegra e compatta, secondo usi e costumi del football, là dove si dice, e qualcuno ci crede pure, certe cose accadono in campo o nello spogliatoio e lì finiscono. Dunque l’Inter si rialza nel momento giusto, recuperando punti e calciatori, uno fra tutti, LUI, Mauro Icardi che, ovviamente, provocherà, adesso, nuove domande in conferenza stampa, con repliche bizantine e nuove trasmissioni televisive con Wanda Nara da premio Oscar alla carriera.
Era massimanente importante vincere, il Genoa è poca cosa, ha battuto la Juventus come impresa dell’anno e dormita bianconera, ma non ha mai dato sensazione di essere ingrifato come dovrebbe da blasone.
Tony Damascelli