Quando il destino si mette di traverso nascono queste storie, storie di campioni, fenomeni, crack indimenticabili che l’albo d’oro sembra non voler vedere scritti al suo interno.
O meglio, alcuni di quelli che citeremo ci sono, ma per la loro classe, talento, attitudine ineguagliabile al gioco del calcio avrebbero potuto avere molta più familiarità con i trofei.
Questione di scelte, di amore per la propria squadra o semplicemente di sfortuna, perché essere campioni indimenticabili o meteore fortissime che non hanno colto la propria chance al momento giusto, e allo stesso tempo aver festeggiato poco o nulla in campo è un accostamento più unico che raro.
Se qualche giorno fa avevamo parlato di giocatori meno forti (“Scarsi”, come direbbero al Bar sport) baciati dalla fortuna ma non dal pallone, oggi parliamo dunque di quei fenomeni coi piedi ai quali la dea bendata o semplicemente l’amore per una maglia ha precluso di bere champagne dalla coppa tante volte quanto il loro talento avrebbe potuto permettergli: ecco, insomma, l’11 titolare dei CR7 – o Messi, se preferite – della jella.
Samir Handanovic
Diciamocelo: per l’enorme talento e per la grande mole di parate decisive avrebbe certamente potuto avere miglior sorte. Il portiere dell’Inter è quanto di meglio si possa trovare in tra i pali della Serie A da molti anni ormai, ma il suo palmares è più o meno simile alla foto del buco nero ormai famosa, e il numero di anni di carriera nella massima serie è più o meno uguale a quelli in cui il medesimo buco nero ha occupato la nostra galassia. Purtroppo per Samir è lui il portiere perfetto per la nostra formazione, sperando di poterlo rimuovere prima o poi.
Kalidou Koulibaly
Sì, ha ancora degli anni per sperare di agguantare qualcosa e questa premessa è valida per molti giocatori che presenteremo, ma vedere vuota la sua bacheca trofei fa davvero tristezza perché Koulibaly è uno dei migliori centrali al mondo, che farebbe invidia a tanti altri di Barcellona, Real, e quant’altro, i quali però hanno avuto molta più fortuna.
Chissà che l’amore per i colori partenopei non lo spinga a provare a vincere nella città di Pulcinella, o se invece vorrà seguire l’esempio di Gonzalo Higuain (non nella nostra formazione ma nemmeno nei cuori dei napoletani).
Azzurri, potete fare i dovuti scongiuri.
Virgil Van Dijk
La sua bacheca non è proprio vuota: due campionati scozzesi, che per il costo del suo cartellino e per le squadre che lo vorrebbero è decisamente un misero bottino. Van Dijk è infatti il difensore attualmente più costoso nella storia, ma per sua sfortuna, non quello più vincente (neanche lontanamente) aspettando le semifinali di Champions.
Marcos Alonso
E’ un difensore versatile, fisico e con il vizietto del gol, ambito praticamente in tutta Europa. Il passato alla Fiorentina (con tutto il rispetto per i viola) non lo ha aiutato a vincere qualcosa in territorio italico, al Chelsea ha invece vinto un campionato, ma uno come lui potrebbe avere un palmares molto più ricco di trofei di quanti non ne conti ora.
Leighton Baines
Nel 2005 lo volevano tutti, dal Manchester United vincitore di Champions e Premier a gogo negli anni seguenti, all’Arsenal, vincitore di… comunque più titoli di quanti Leighton Baines non possa vantare.
Alla fine ha messo a disposizione dell’Everton la sua abilità nei cross e anche nei tiri e raggiungendo il primato per numero di assist con la medesima maglia. Insomma, bella a boiserie, bello l’armadio, belle e cassapanche… bello, bello, bello tutto… bravo… grazie, adesso te ne poi pure annà, per riassumerla come avrebbe fatto Albertone.
Giancarlo Antognoni
Praticamente una leggenda senza tempo ma anche senza gloria.
O meglio, un pò di gloria l’ha arraffata da centrocampista della Fiorentina con la vittoria di una Coppa Italia e da giocatore della Nazionale con la vittoria del mitico mondiale ’82.
Stesso discorso degli altri anche per lui però, forse in modo leggermente amplificato: tutti lo ricorderanno sempre come un totem del calcio italiano, ma appunto per questa etichetta, avrebbe potuto vincere molto più di due trofei, importanti, certo, ma pochi per uno come Giancarlo Antognoni, sognato dalla Juventus e non solo.
Radja Nainggolan
E’ forse l’unico caso in cui non vincere è dato anche da una sua scelta esplicita: ha scelto il fascino del giocatore maledetto, dello spostatore di equilibri, del ribelle e tutto questo è spesso incompatibile con la vittoria, lo dice la storia del calcio.
Per di più mettersi contro due arraffatori seriali di coppe come la Juventus e il Milan non ha certo aiutato Nainggolan a sollevare trofei, ma comunque lui festeggia sempre. Non ha bisogno di un motivo per passare tutta la notte in discoteca o per pubblicare video fuori dagli schemi: conoscendolo, sarebbe strano il contrario.
Socrates
“È stato il giocatore più intelligente della storia del calcio brasiliano“.
A dirlo è stato O Rey, sua maestà Pelé. Eppure in Serie A (84-85) gli fu data una sola chance, rispedendolo nel campionato paulista dopo appena un anno nella Fiorentina.
La sua storia, insomma, è leggenda soprattutto in Brasile, nonostante lo stesso Pelé lo abbia inserito nella top 100 dei giocatori più forti di sempre (di certo non tra quelli più vincenti).
Francesco Totti
Calma: se pensate che si voglia insinuare che avrebbe dovuto accettare l’offerta del Real o comunque andar via dalla Roma frenate per un momento la vena dell’indignazione.
Francesco Totti rappresenta forse una delle storie più belle a dimostrazione di quanto il calcio non sia solo numeri e bilancio, anzi.
E comunque non è un insulto dire che un fenomeno come lui avrebbe potuto vincere di gran lunga di più di uno scudetto e un mondiale. Chi pensa il contrario, semplicemente, sragiona.
Giovanni Dos Santos
Forse il meno conosciuto di questa formazione di campioni, ma vi assicuriamo, ha tutto il diritto di farne parte.
Giovanni Dos Santos è un’ala dotata di un buon tiro, un dribbling ubriacante, salta l’uomo come pochi, eppure non si sa come né perché, oltre il Villareal nessuno sia stato disposto a sborsare una buona cifra per lui.
Harry Kane
E’ incredibile come un bomber di razza bravo a tirare, bravo di testa, con un buon fisico e con un soprannome di tutto rispetto (The Hurricane) possa vantare nel suo palmares a malapena la nomina di FIFA come giocatore dell’anno in Ultimate Team.
Allenatore: Zdenek Zeman
Ha dato tanto al calcio, il calcio non ha dato altrettanto a lui, poco, anzi, gli è stato ridato come compenso per i talenti scoperti, il gioco delle sue squadre, l’innumerevole numero di gol causati semplicemente dalla sua filosofia: terzini in continuo movimento, ali liberamente all’attacco, gol a più non posso a costo di subirne anche qualcuno (o più di qualcuno). Purtroppo il premio individuale “L’allenatore dei sogni” non rende giustizia all’opera di Zdenek Zeman, perché il bello talvolta non coincide con l’utile.
Alessio De Paolis
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