Lavorare da casa? Ai romani piace, lo dice una ricerca

Alzi la mano chi non ha mai fatto una Skype-call in pigiama...

Inutile nascondersi, a tutti è capitato almeno una volta di fare brainstorming in video-chiamata con addosso una camicia ben stirata, pantaloncini e ciabatte. Lavorare da casa piace un po’ a tutti e a quanto pare proprio i romani trovano questa opzione “più salutare”.

Secondo una ricerca dell’Osservatorio di Reale Mutua “Lavorare da casa incide positivamente sulla salute rispetto alla normale vita da ufficio”. A pensarlo è l’87% degli abitanti della Capitale, che all’ufficio, a una postazione sempre uguale e a un’impersonale e fredda scrivania, preferiscono il cosiddetto smartworking.

I motivi? Tempo risparmiato e ambiente confortevole

Provate a immaginare quante cose potreste fare nell’arco di tempo necessario a raggiungere il posto di lavoro. Niente traffico, problemi di parcheggio e costi di benzina per gli automobilisti. E niente scioperi, abbonamenti e stress da viaggio (pressati-come-sardine) per chi usa i mezzi pubblici. A questo poi si aggiunge la disponibilità materiale di quel tempo in più per fare qualcosa di lasciato in sospeso: una lavatrice? La spesa sotto casa? Un pisolino? Niente di niente?

Al 23% di quelli che pensano che lo smartworking permetta di “convertire il tempo risparmiato dal viaggio in una migliore gestione del proprio benessere”, si affianca il 18% di quelli che pensano che il vantaggio sia quello di “lavorare in un ambiente confortevole e su misura“. Il divano comodo del salotto, il tavolo spazioso della cucina, seduti a terra con i piedi nudi che sfregano il tappeto persiano, o semplicemente la possibilità (o l’idea) di camminare per casa in mutande, sorseggiando Gin&Tonic e ascoltando un disco di Toto Cutugno. L’ambiente lo scegliete voi, ciò che conta è portare all’azienda gli stessi risultati – se non di più – che si potrebbero raggiungere se seduti in ufficio in camicia inamidata sorseggiando caffè bruciato.

Lo scopo della ricerca

Dai dati emersi nell’analisi di Reale Mutua si evincono anche le principali preoccupazioni dei lavoratori relative al modo in cui, secondo gli intervistati, il lavoro può condizionare la salute. Secondo il 39% dei romani il principale fattore di rischio in ufficio è lo stress. Seguono la postura (30%) e la sedentarietà (19%). Il 9% invece è preoccupato dalle possibili conseguenze alla vista.

Altra cosa, poi, sono i lavori in fabbrica o di tipo fisico. Dato curioso, in questa fattispecie, è quel 46% per cui il fattore che incide maggiormente sulla salute dei lavoratori è l’esposizione con sostanze chimiche potenzialmente nocive. Cadute e infortuni si posizionano ‘solo’ al secondo posto, con un 30%, seguite da un 11% di sollevamento pesi e movimentazione di carichi.

Lavorare da casa, insomma, non è solo più stimolante da un punto di vista goliardico, è veramente più salutare. Anche se, in battuta finale, è bene sollevare un dubbio: che ne è di quei giovamenti che derivano dal contatto umano? Non resta che attendere la prossima ricerca.