La Lazio fa tutto da sola. Prima batte la testa sul muro del Sassuolo. Poi segna su rigore da Var e da litigio, quindi si fa raggiungere e superare e infine pareggia. Una girandola: dentro, fuori, dentro ancora.
Ne sono successe di cose e se ne traggono delle conclusioni: 1) la Lazio è stanca: lo è stata a Ferrara e ha concesso il bis; 2) crea molto, sbaglia molto; 3) stavolta ha regalato anche la difesa; 4) se recupera energie e con una partita da giocare in più, la Lazio è ancora invitata al ballo a corte; 5) prossimamente la Lazio sarà non impegnata, ma di più, tra campionato, ritorno di Coppa Italia e recupero con l’Udinese; 6) le energie son volate via, ma il carattere c’è e si è visto per tutta questa stramba partita contro il Sassuolo.
Immobile ha segnato su rigore, si è mangiato due gol, ma ha poi portato quasi in braccio a Lulic la palla del pareggio. Caicedo ha fatto il suo, molto o poco, dipende da ciò che gli si chiede. Correa è entrato benissimo.
Marusic non male in avanti, ma da principiante sul pari del Sassuolo, con avversario (Rogerio) guardato alle spalle e non anticipato. Per il resto così così. Non male, non benissimo.
Il Sassuolo ha fatto due tiri in porta e due gol. Porta a casa più di quanto ha meritato, ma questo è il calcio e il calcio, come è noto, può offrire gioia e sofferenza. Questa volta la sofferenza è tutta della Lazio. Con una speranza da coltivare. E domenica contro il superdeluso Milan. Andiamo a vedere.
Roberto Renga