Nervi tesi

Prima Siri, poi Roma, infine Arata Jr. Continuano le tensioni tra Lega e M5S. Ultima in ordine di tempo quella generata dall’assunzione di Federico Arata, figlio dell’imprenditore Paolo, da parte del sottosegretario Giancarlo Giorgetti a Palazzo Chigi, riportata dal ‘Corriere della Sera’. Se corrispondesse al vero, dice il MoVimento, “allora ci troveremmo di fronte a un vero e proprio caso”.

“La domanda che, per una questione di opportunità politica, ci poniamo, è se Salvini fosse a conoscenza di tutto questo. Ci auguriamo e confidiamo che il leader della Lega sappia fornire quanto prima elementi utili a chiarire ogni aspetto. Non solo al M5S, con cui condivide un impegno attraverso il contratto di governo, ma anche ai cittadini”.

DI MAIO – Venerdì, il giorno seguente all’esplosione dei casi Siri e Raggi, tra i due vicepremier erano volate scintille. Il primo a muovere le accuse verso il partner di governo è stato Luigi Di Maio: “La Lega minaccia di far cadere il governo. Lo aveva già fatto con la Tav. Sembra ci siano persino contatti in corso con Berlusconi per fare un altro esecutivo. Sono pieni i giornali di queste ricostruzioni e lo trovo gravissimo. Sono davvero sbalordito” ha scritto il ministro del Lavoro su Facebook.

SALVINI – Ma il leader leghista si era detto “tranquillo”. Salvini ha spiegato di aver sentito Siri e che anche il sottosegretario leghista alle Infrastrutture è “tranquillo”. Poi, a margine di un incontro con Eduardo Bolsonaro, parlamentare e figlio del presidente del Brasile, ha sottolineato: “Non c’è nessuna crisi, abbiamo troppe cose da fare per perdere tempo. Ci sono le telecamere da accendere negli asili nido e nelle case di riposo. Voglio portarle a casa entro i prossimi venti giorni. Ci sono tasse da ridurre e l’Iva da non aumentare. Abbiamo troppe cose da fare per perdere tempo in polemiche che non esistono” e “non ho tempo per parlare di Cantone, della Raggi e di Toninelli”.