La fotografia, condivisa su Twitter e correlata da un laconico commento dal deputato Dem Filippo Sensi, parla chiaro. Solo 19 su 630 deputati si sono seduti nell’aula della Camera e hanno presenziato ieri alla discussione generale per l’istituzione della Commissione d’inchiesta sul caso di Giulio Regeni, il ricercatore friulano trovano morto vicino al Cairo il 3 febbraio 2016.
Fanno riflettere, quegli scatti in bianco e nero, in una visione collettiva della politica fatta sì comunicazione, ma anche di immagini. E la cornice che completa il quadro di quelle defezioni a Montecitorio, dovute al ponte tra Pasqua e il primo maggio (di questi giorni, infatti, molti parlamentari ne hanno approfittato per trascorrere un periodo di vacanza), non passa sotto traccia e ha suscitato reazioni da parte dell’opinione pubblica.
In particolar modo, alla luce del recente appello dei genitori di Giulio Regeni al premier Conte, e della richiesta del Presidente della Camera Roberto Fico ai partiti di non dividersi sul caso e di condividere insieme la battaglia per arrivare alla verità sull’omicidio del giovane ricercatore.
La Commissione d’inchiesta, hanno annunciato i deputati in aula che hanno contribuito a darne il via libera, avrà dodici mesi di tempo per “chiarire le responsabilità che hanno portato alla morte di Giulio Regeni”, verificando “fatti, atti e condotte commissive e omissive che abbiano costituito o costituiscano ostacolo, ritardo, o difficoltà“.
A prendere parte al dibattito alla Camera i deputati del PD, Enrico Borghi, Stefano Ceccanti, Piero Fassino, Filippo Sensi, Massimo Ungaro, Andrea Rossi, Andrea Giorgis e Barbara Pollastrini. Quattro, invece, i politici del Movimento 5 Stelle, Sabrina De Carlo, Virginia Villani, Marta Grande e Luca Sut, più il sottosegretario di Stato agli Affari Esteri, Manlio Di Stefano. In prima linea del partito di “Liberi e Uguali” il membro della Camera dei Deputati Laura Boldrini e Federico Fornaro. Presenti per la Lega Massimo Formentini e Manfredi Potenti, mentre a rappresentare Forza Italia c’erano solo Felice Maurizio D’Ettore e Mara Carfagna, che ha presieduto la discussione.