Un inizio settimana non distensivo per il governo gialloverde, in particolare per il suo ministro dell’interno, Matteo Salvini. La tematica dei migranti e della situazione in Libia è stata affrontata, questa mattina, dal leader del M5S, Luigi Di Maio, il quale ha sottolineato in un’intervista al “Corriere della Sera” che “chiudere un porto è una misura occasionale” e “di fronte a un intensificarsi della crisi non basterebbe“.
A fargli eco, in poco tempo, il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, che ha dichiarato che, se si dovesse arrivare alla guerra in Libia “non avremmo migranti ma rifugiati. E i rifugiati devono essere accolti. Bisogna che qualcuno si concentri molto di più sulla sicurezza del Paese“.
“Sono appena tornata da un ultimo viaggio nel Corno d’Africa, ero stata poco tempo prima in Niger: in questi Paesi abbiamo dei tassi di crescita demografica incredibili, il raddoppio della popolazione entro il 2030” ha ricordato la Trenta, effettuando un affondo poi sulle misure adottate dal Ministero dell’Interno in questi mesi “come pensiamo di poter gestire questo futuro con la chiusura dei porti? E’ impossibile, bisogna lavorare su una soluzione alternativa. Non sono quella che dice ‘apriamo a tutti’, assolutamente no, però ragioniamo sul futuro perché prima o poi questo futuro ci sfugge di mano“.
I punti di vista espressi due esponenti pentastellati (ai quali si è aggiunto anche il parere del Presidente della Camera, Roberto Fico) hanno dato luogo, in poco tempo, a una risoluta replica del ministro dell’interno. “Rispetto il lavoro del collega Di Maio che si occupa di lavoro, ma sui temi di controllo dei confini e di criminalità organizzata sono io a decidere” ha detto Salvini da Monza, dove ha presenziato in mattinata alla cerimonia di inaugurazione della nuova sede della prefettura della città, aggiungendo che “se il ministro Di Maio e Trenta la pensano in modo diverso lo dicano in Cdm e faremo una franca discussione. I porti con me rimangono indisponibili chiusi e sigillati ai mercanti di esseri umani”.
Sempre oggi (tra le notizie che lo riguardano, fa capolino anche un’intervista di Elisa Isoardi sulla fine della loro relazione), il ministro Salvini ha annunciato che è stato nuovamente iscritto nel registro degli indagati per un altro reato, un “altro sequestro di persona che avrei commesso fra il 24 e il 30 giugno a Siracusa“.
Questo caso fa riferimento all’inchiesta sulla nave Sea Watch, che ha coinvolto 47 migranti per sei giorni bloccati al largo delle coste italiane e poi trasferiti in sette Stati europei.
“Il procuratore di Siracusa ha spiegato di aver trasmesso gli atti al Tribunale dei ministri con richiesta di archiviazione ma quello che voglio che sia chiaro è che i porti sono e rimangono chiusi” ha concluso Salvini, ribadendo una linea che, da mesi, ha adottato sulla questione migranti.