“19. Un tram chiamato nostalgia”, il viaggio letterario di Federico Venditti

Prendi un ragazzo introverso di 18 anni, un negozio di dischi a San Lorenzo e un’amicizia profonda, indelebile. Ne esce fuori “19. Un tram chiamato nostalgia“, il romanzo di Federico Venditti, ospite a “Grazie a Dio è Venerdì” con Leo Kalimba.

La parola ‘nostalgia’ mi ha sempre affascinato indipendentemente dal contesto in cui viene utilizzata e, secondo me, ha diverse sfaccettature. Le nostre memorie, per tutti noi, sono come dei fantasmi: buoni o cattivi a seconda del momento personale che attraversiamo. Delle volte noi andiamo avanti nella vita frenetica di tutti i giorni però, a un certo punto, andiamo in crisi” ha spiegato l’autore del romanzo, aggiungendo che “sicuramente la rivoluzione tecnologica e digitale è molto più pericolosa per l’uomo dei cambiamenti climatici“.

Entrando ancora più nel dettaglio della struttura del libro, Venditti ha detto che al suo interno sono presenti “tante citazioni cinematografiche, anche di film on the road. Questi sono menzionati in particolar modo, a partire da Il sorpasso di Dino Risi“.

Scrivere un libro è un qualcosa che ti rimane, perché è in parte autobiografico, in parte è di fantasia, però ci ho messo molto di me stesso. E’ stato anche bello per me, che ho 45 anni, tornare a quando ne avevo 18. Vedere il mondo da diciottenne, che è una cosa che ci dimentichiamo, dimentichiamo le nostre insicurezze” ha detto in chiusura Federico Venditti.