Gattuso come Ranieri, non solo nell’appartenenza, ma anche nell’eleganza.
Due simboli, due uomini di sport e dall’estrema sensibilità sulle vicende che riguardano non solo il team che li ha cresciuti, ma anche e soprattutto la loro squadra del cuore. Uno ha commosso un’intera tifoseria, commuovendosi all’unisono coi cori della Sud, l’altro, dopo aver dato tutto ed esser stato artefice della miglior stagione del Milan dal 2013, rinuncia allo stipendio in favore dei suoi collaboratori. Gente “normale”, dal salario altrettanto nei limiti del reale.
Anche Ranieri nel 2011, dopo aver detto “arrivederci” alla sua Roma ha rinunciato allo stipendio, come Gattuso. Non un semplice caso che questo destino accomuni Ringhio e Claudio, uomini preceduti dalla loro appartenenza, come pochi – o forse nessuno – se ne trovano in giro.
Gattuso, il rimpianto della Serie A
E’ vero che esaltando tale gesto si sminuiscono i veri atti di generosità, quelli della vita reale fuori dalle dinamiche milionarie del calcio moderno, ma qui non si esalta la generosità, bensì, appunto, di uomini di calcio, il calcio come si deve.
Già perché, rinuncia allo stipendio a parte, questa Serie A rimpiangerà Gattuso per molti altri motivi.
Lo rimpiangeranno alle conferenze stampa, ormai stracolme di luoghi comuni e detti di poca rilevanza. Lo deploreranno i tifosi, così come la stragrande maggioranza dello spogliatoio milanista, sconvolto dal saluto di Ringhio col quale anche buona parte della società avrebbe voluto pianificare un futuro.
Questo perché come chi vuole bene a un suo caro gli nega una seppur sofferta, ma scomoda presenza, Gattuso ha ritenuto la sua assenza il bene del Milan: è l’eroe che il Milan merita, ma quello di cui forse ora non ha bisogno.
Chi non lo rimpiangerà
Scelta di una persona responsabile, decisione di una persona autentica, che non necessita di riflettori per rinunciare a qualche milione in favore nel suo staff (per approfondire vedi la parentesi Pisa). Forse non lo rimpiangerà il calcio moderno, quello a cui piace isolarsi dalla gente comune, quasi a creare attorno a se una sorta di privé finanziato dall’idolatria e dalla passione dei tifosi, lo stesso che non ammette dimissioni o esoneri, non sia mai; il medesimo calcio che non ammette schiettezza o verità davanti alle telecamere, trascurando che deve a quegli stessi spettatori la sua esistenza.
L’eroe che il Milan merita
Gennaro Gattuso non verrà rimpianto neanche dal dimissionario Leonardo, che probabilmente tornerà al PSG dove non dovrà fare i conti col fair play e avrà risorse illimitate, a differenza del Milan a cui forse non si sente legato come Gattuso, che verrà invece rimpianto da Gazidis. Nonostante le divergenze siano la prima causale del divorzio il nuovo diggì dovrà fare carte false per trovare uno come lui: l’uomo più che l’allenatore, anche se non sarà facile scovare un tecnico più bravo, al netto del grande valzer che si sta per ballare nelle panchine italiane.
Lo rimpiangono infine i tifosi rossoneri, giustamente infuriati per gli scarsi risultati ad aprile e ora consci del fatto che chi li ha salutati è il mastino indiavolato, quello che mordeva i polpacci di qualsiasi avversario, un milanista vero, uno che di questi tempi sembra appartenere a un’altra razza.
Alessio De Paolis
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