Maternità surrogata, ecco perché il NO al riconoscimento dei due padri

A ‘Un giorno speciale’ si parla di una coppia di padri originari di Trento uniti in matrimonio in Canada, di due gemelli frutto di una maternità surrogata e della richiesta di riconoscimento di entrambi i padri nei registri dello stato civile italiano. Con Francesco Vergovich, Manuela Maccaroni ed Emilia Costantini, giornalista del Corriere della Sera e autrice del libro Tu dentro di me.

La Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha detto che no, “il rapporto di filiazione ottenuto da madre surrogata non può essere riconosciuto in Italia anche se attestato da un giudice straniero”. Il motivo non ha niente a che fare con l’orientamento sessuale e il perché ce lo spiega l’Avvocato Manuela Maccaroni.

“La Cassazione non poteva avallare questo riconoscimento anagrafico”

“Il riconoscimento anagrafico non può esserci se non per il padre biologico. Noi non abbiamo la possibilità dell’utero in affitto: è un trattamento che per l’Italia è privo di dignità perché toglie dignità alla persona che lo compie”.

“La Cassazione – spiega Manuela Maccaroni – non ha detto no alla coppia perché gay, se fosse stata una coppia eterosessuale sarebbe stato identico il risultato. Perché? Perché il nostro Codice Penale stabilisce ai sensi dell’art. 567 il reato di alterazione di stato. Chiunque al momento della nascita del neonato fornisce delle generalità false commette un reato punibile dai 5 ai 15 anni”.

“La Cassazione – continua – non poteva avallare questo riconoscimento anagrafico. All’interno della sentenza però ci sono delle cose positive a vantaggio delle coppie omosessuali. La Cassazione si è espressa in subordine, ha detto ‘quel padre che non è il padre biologico è comunque un padre affettivo‘. Nel riconoscere questa particolarità ha aperto la strada, ai sensi dell’art. 44, che è la legge sull’affidamento che diventa adozione speciale, al fatto che il padre non biologico possa andare al Tribunale per i Minorenni e chiedere l’adozione speciale”.