Tutti contenti nel vedere che un marchio famoso come H&M apre alle modelle Curvy, una strategia vincente per l’interessamento che la campagna “Belle e Imperfette” ha avuto sui media.
Probabilmente nessuno di quelli che oggi enfatizzano la bellezza di essere una modella curvy si è mai fermato a pensare a quello che c’è dietro tutto questo.
Fossi una mamma di una ragazza, oggi adolescente, sarei veramente preoccupata. Controllarle è impossibile, accorgersi di un problema così difficile da diagnosticare per un occhio non esperto ancora di più.
Le ragazze di oggi sono sveglie, furbe, tecnologiche, belle, rifatte. Conoscono gli uomini più di una quarantenne, sanno che se ingrassano un chilo diventano impopolari e allora non mangiano o se le fanno spesso vanno in bagno a vomitare senza pensare a quello che quel gesto può scaturire nel loro corpo.
Poi ci sono loro, quelle grassottelle, quelle taglia 52, quelle obese, quelle che i ragazzi non guardano nemmeno se esposte in copertina con tutta la loro cellulite. Quindi da un lato le modelle skinny sempre più magre, dall’altro le modelle curvy che stanno diventando un elogio all’obesità. Questo è il mondo in cui viviamo, in cui gli estremi vengono sempre ‘ricompensati’ ma la normalità non viene neanche considerata.
Ma ciò che è davvero preoccupante è il totale disinteresse nei confronti della salute delle donne e delle ragazze che decidono di intraprendere la carriera di modella. Per milioni di ragazzi e ragazze il cibo e il corpo sono nemici, con conseguenze devastanti.
E’ un’epidemia sociale. Le ragazze di oggi trasformano il loro corpo secondo gli ideali di bellezza che ci vengono imposti. Il mondo della moda è un mondo spietato. Ti dicono quanto devi pesare, quanti centimetri devono misurare i tuoi fianchi, cosa mangiare e quanto allenarti.
Spesso le modelle non vengono considerate persone, ma appendiabiti umani. Diventano un numero qualsiasi che deve mostrare la creazione dello stilista in questione. Ma, da qualche anno c’è stata invece una rivoluzione, dalla taglia 38 si è passati alla 56. Per un momento molte donne hanno “tirato un sospiro di sollievo”, pensando che l’industria della moda avesse finalmente capito che non tutte hanno un fisico longilineo.
Poi anche qui si è estremizzato il concetto. Dalle taglie 44-46 si è passati alla taglia 56, facendo iniziare a storcere in naso a chi osservava questo cambiamento, accorgendosi che se da un lato si esaltava un estremo anche nel mondo ‘curvy’ si iniziava ad esaltarne un altro… entrambi non sani. Ognuno è libero di fare del proprio corpo e della propria vita ciò che vuole, ma i danni dell’obesità così come della magrezza eccessiva non vanno trascurati.
Sta di fatto che, in Francia, ci sia una legge che tutela la salute delle modelle, impedendo di salire in passerella tutte coloro dalla taglia 38 in giù e under 16.
Nessuno pensa alla salute?
Evidentemente no, a nessuno sembra interessare che le modelle siano persone e che forse pesare 30 kg (o 150 kg) possa essere un problema per la salute. Le modelle skinny, costrette a mangiare un gambo di sedano al giorno non possono essere in piena forma, né fisicamente né mentalmente.
Non ci sarebbe nulla di male se l’eccesso di peso fosse una condizione che non comporta danni all’organismo, ma non è così.
L’obesità è uno dei primi fattori di rischio per la salute e causa ogni anno milioni di morti. Complicanze cardiache, neurologiche, endocrine, muscolo-scheletriche, polmonari, gastrointestinali, renali sono all’ordine del giorno per le persone obese.
La domanda è: ma perché non si possono prendere d’esempio ragazze normali? Quelle sane, né grasse né magre, che mangiano in modo equilibrato e seguono uno stile di vita attivo, queste dovrebbero essere il giusto modello da seguire.
Quindi care mamme fate attenzione alle vostre figlie, osservate le loro abitudini, andate oltre quella che è l’apparenza e non fate crescere le vostre figlie perché diventino la vostra bella copia.
Ognuno di loro ha una personalità, un fisico, un’anima che va valorizzata non con le diete estreme ma con i consigli giusti.
Susanna Marcellini