Al Salone del libro di Torino, con il libro “Io sono Matteo Salvini“, sarà presente anche la casa editrice Altaforte, molto vicina al partito di estrema destra CasaPound. Alcuni ospiti, come il noto fumettista Zerocalcare, per questo motivo non si presenteranno. Altri, come la scrittrice Michela Murgia, sposano la tesi della “contraddizione” e si schierano contro un antifascismo portato all’eccesso. A ‘Lavori in corso’ Stefano Molinari e Luigia Luciani hanno intervistato il Direttore Editoriale della casa editrice, Andrea Antonini, e l’editorialista de La Stampa Gianni Riotta.
Il Direttore Editoriale di Altaforte, la casa editrice che ha scatenato la polemica al Salone di Torino
“Ciò che una casa editrice vuole trasmettere lo dice attraverso i libri che edita – commenta Andrea Antonini – abbiamo collaboratori e scrittori che non hanno nulla a che fare con la politica”.
Una questione che certamente avrà portato non poca pubblicità alla casa editrice: “Bene che ci sia la polemica – prosegue il Direttore – male che questa polemica sfoci in atti che non dovrebbero appartenere al mondo della cultura e della libertà di espressione. Come le minacce, le denunce e le defezioni”.
Il commento sulla vicenda da parte dell’editorialista de La Stampa Gianni Riotta
Andare o non andare al Salone del Libro di Torino? Quanto è successo è una questione politica? “Mi guarderei bene dal leggere una strategia della politica italiana e della sinistra – commenta Gianni Riotta – fino a che non viene messa fuori legge una casa editrice vicina a CasaPound ha tutto il diritto di andarci”.
“Non c’è nessun problema a presentare il libro di un politico – continua Riotta – la cultura deve entrare in campagna elettorale. Quello che invece mi fa preoccupare è il caso di Jacopo Iacoboni: ha pubblicato con Laterza un libro molto critico con i 5 Stelle ed è stato impedito all’editore di fare un dibattito al Salone del libro”.