Scontri a Genova, la solita menzogna

Scontri a Genova, la solita menzogna. Per scagionare la violenza della sinistra radicale si sacrifica la polizia.

Chi sono gli antagonisti che hanno causato l’intervento della polizia? Dei soggetti che appartengono alla sinistra più radicale che avrebbero deciso autonomamente che altri soggetti della destra, considerata fascista, nonostante una regolare autorizzazione non potessero svolgere la loro manifestazione.

Un atto gravemente liberticida. Ciò costituisce una grave violazione dei principi costituzionali ad iniziare dalla libertà di pensiero e di associazione, ed è quindi, dovuta intervenire la polizia a garantire quanto fosse stato arbitrariamente precluso ai legittimati dalla frangia dei cosiddetti antagonisti.

A farne le spese sarebbe stato poi, un cronista del quotidiano la Repubblica che, trovatosi nel bel mezzo di una carica, avrebbe avuto la peggio.

Apriti cielo!

Degli antagonisti che, con le loro azioni violente, avrebbero provocato lo scontro chiaramente non ne parla nessuno.

Al contrario, l’intellighenzia se la prende con la Polizia. Come se le forze di Polizia senza alcun fondato e ponderato motivo si divertano a caricare civili inermi.

L’iniziale difesa e sottovalutazione della violenza e dell’ostracismo rosso e nero, in passato, spianarono la strada al terrorismo.

E’ indubbiamente fascista non rispettare la libertà di pensiero degli altri.

Ed è pertanto, odioso che la gran parte della stampa ponga l’accento sull’attività repressiva della polizia, considerandola di fatto fascista, quando invece la polizia sarebbe intervenuta per arginare la rituale violenza antidemocratica scatenata da chi pretende che altri di pensiero opposto non possano manifestarlo liberamente e pacificamente.

Un partito lo si può considerare fuori legge ci sono gli strumenti per farlo.

Ma se ciò non accade chiunque e’ legittimato, e non impedito, ha diritto di manifestare pacificamente le proprie idee.

Il corteo peraltro, dopo aver scagliato di tutto contro le forze dell’ordine tanto da provocare da parte di queste delle cariche di alleggerimento per disperdere i contestatori, si sarebbe diretto verso la questura per chiedere il rilascio dei fermati nel corso degli scontri.

La violenza dei facinorosi avrebbe provocato lesioni anche a due carabinieri, ma di questo la stampa si è limitata soltanto a riportare la notizia.

Va precisato che la violenza anti democratica e liberticida da qualunque parte si manifesti va combattuta.

Un tempo li chiamavano autonomi, oggi antagonisti.

C’è ancora oggi buona parte dell’intellighenzia che legittima tutto ciò che infrange l’ordine costituito e le sue regole costituzionali.

Le forze dell’ordine non sono carne da macello che hanno stipulato un contratto con lo Stato di poco più di mille euro al mese in cui sarebbe compresa la sottoposizione passiva a percosse, insulti, sputi, e finanche al rischio della propria vita…

Non è scritto da nessuna parte che i manifestanti possano dar corso ad ogni tipo di barbarie nei confronti di cittadini dissenzienti oppure di esercenti il libero commercio.

Non è plausibile la giustificazione latente, non espressa, ma radicata nell’animo di una certa intellighenzia che definisce fascista, ogni argine alla violenza contro le istituzioni democratiche.

La stessa intellighenzia che giustifica la violenza sulle cose (negozi, abitazioni) perché sarebbe espressione di una borghesia speculativa!?

La loro Bibbia sono i rigidi binari del politicamente corretto a cui aggiungono continue encicliche ed altrettante scomuniche nei confronti di chiunque si frapponga ai loro dogmi (verità assolute ed indimostrate).

Il commerciante deve subire la violenza supinamente. A buon bisogno deve essere espropriato. E questo In ragione di una logica sovversiva che affiora senza mai emergere completamente.

Quel poveraccio senza garanzie, in un mercato globalizzato che non gli consente neanche di sopravvivere, con il fisco sul collo, dovrebbe, per i saccenti sacerdoti radical chic, accettare la vetrina sfondata quale giusta espiazione di una colpa atavica che si sarebbe consumata nei confronti delle masse proletarie!?

Oggi non c’è nulla di più proletario e di più basso nella scala sociale di una partita Iva.

Sarebbe ovvio, ma forse è bene chiarire che la partita Iva non ha diritto alla disoccupazione, al Tfr, alla 104, ai permessi, alle ferie pagate, ai buoni pasto, per non parlare della gravidanza e della malattia… Non ha diritto a nulla!

Ecco perché mi avvelena il fatto che ci sia ancora qualcuno che dopotutto ritenga giustificabile che al commerciante venga spaccata la vetrina dalla massa protestante.

Ed al contempo, che sia dopotutto poco grave, se non addirittura velatamente legittimo (ad esempio da chi giustificava la libertà di Battisti) che al poliziotto od al carabiniere di turno venga inflitto il più spregevole degli improperi e lanciato selvaggiamente ogni oggetto contundente.

Giova ricordare che anche i poliziotti ed i commercianti hanno una famiglia e dei figli da sostenere e desidererebbero vivere pacificamente, visto che già l’esistenza riserva tanti problemi che piegano le gambe e stringono il cuore.

La violenza gratuita degli insoddisfatti a cui prudono le mani francamente non serve. Scusate la schiettezza.

E’ davvero spiacevole che oggi affiori questa notizia soltanto perché ad essere colpito sia stato un giornalista e perché così nei confronti della polizia alle ingiurie dei dimostranti possano aggiungersi anche quelle dei ben pensanti ai quali non sembra vero di rinvenire un pretesto per screditare ulteriormente le Forze dell’Ordine.

Con buona pace di chi opta per un gesto di contrizione piuttosto che far valere le proprie ragioni dinanzi ad una realtà violenta, peraltro scomoda (perché debitamente sostenuta) e liberticida, che non si combatte con la subordinazione o con l’ignavia, ma nel modo più semplice: cercando di raccontare la verità.

Enrico Michetti