Se l’Iran dovesse attaccare obiettivi militari o accelerare la ripresa del programma nucleare, gli Stati Uniti risponderebbero con l’invio di 120mila uomini nella regione. E’ quanto emerge dai piani militari aggiornati dal Pentagono e presentati dal segretario ad interim del Pentagono, Patrick Shanahan, in un incontro giovedì scorso dei consiglieri per la Sicurezza nazionale del presidente Donald Trump. Lo rivela il ‘New York Times’, che cita fonti dell’amministrazione secondo cui la revisione dei piani, che non parla di un’invasione di terra dell’Iran, sarebbe stata chiesta dal consigliere per la Sicurezza, John Bolton.
La rivelazione arriva mentre crescono le tensioni tra Washington e Teheran, che la settimana scorsa ha annunciato il ritiro parziale dall’accordo sul nucleare. Un annuncio seguito all’invio nel Golfo da parte americana, sulla base di “minacce credibili” iraniane, della portaerei ‘Abraham Lincoln’. Mentre nelle ultime ore fonti di Washington hanno attribuito a Teheran la responsabilità di un attacco contro quattro petroliere, di cui due saudite, al largo delle coste degli Emirati Arabi Uniti.
Da una prima valutazione fatta da un team delle Forze armate, infatti, secondo quanto ha riferito una fonte americana, emergerebbe che l’Iran o suoi sostenitori avrebbero usato cariche esplosive per colpire le quattro navi al largo delle coste degli Emirati, causando profondi squarci. Il team ha analizzato i danni provocati alle petroliere su richiesta degli Emirati, ma al momento non ha fornito dettagli più precisi su cosa è successo né alcuna prova del presunto coinvolgimento iraniano.