Si celebra oggi il diciottesimo anniversario dello scudetto della Roma di Capello.
A quell’ormai lontanissimo 2000-2001 risale non solo l’ultimo scudetto vinto dalla Roma ma, addirittura, l’ultimo scudetto non vinto da una delle 3 potenze del nord (Juventus, Milan e Inter).
Dopo di allora, infatti, c’è stata una striscia di ben 18 campionati tutti appannaggio delle “solite” 3 squadre (comprendendo anche quello revocato alla Juventus).
Mai nel secolo scorso c’era stata una striscia così lunga di astinenza per le altre squadre d’Italia.
Le due serie più lunghe erano state:
o 8 campionati fra la Sampdoria del 1990-1991 e la Lazio del 1999–2000
o 7 campionati fra la Fiorentina del 1955–1956 e il Bologna del 1963–1964
Pensare che questa striscia di 18 campionati debba ora interrompersi solo per la “legge dei grandi numeri” è probabilmente qualcosa più legato all’ambito della cabala che alla realtà tecnica.
Un appiglio dal punto di vista tecnico che potrebbe favorire il Napoli è che mai in queste 18 stagioni era capitato che 4 delle 5 squadre che in questi anni si sono contese il titolo cambiassero contemporaneamente l’allenatore: quest’anno invece accadrà alla Juventus (con Sarri al posto di Allegri), al Milan (con Giampaolo al posto di Gattuso) all’Inter (con Conte al posto di Spalletti) e alla Roma (con Fonseca al posto di Ranieri).
Al di là dell’indiscutibile valore dei nuovi tecnici arrivati sulle panchine delle grandi squadre, Carlo Ancelotti, unico allenatore di una squadra che punta allo scudetto ad essere confermato quest’anno sulla propria panchina, sta sicuramente usando questo tema per convincere il Presidente De Laurentiis a investire più del solito sul mercato in questa stagione, provando così a sfruttare uno scenario che probabilmente sarà irripetibile per molti anni.
Vittorio de Gaetano
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