Dirigenti più forti dei calciatori: la strana storia del Milan

E’ ufficialmente iniziata l’era del Milan di Boban e Maldini. No, non siete finiti per sbaglio su un articolo datato, ma su una constatazione riguardo il nuovo organigramma del Milan che verrà.
Tanta freschezza ai piani alti, che in collaborazione col veterano Gazidis rappresenta il compromesso perfetto di una dirigenza ben calibrata. “Sono contento di tornare nel mio Milan” ha detto Boban, “Voglio riportarlo lì dove deve essere“, e fin qui tutto bene: dichiarazioni sincere di un milanista vero.

Ciò che distingue le dichiarazioni di un politico dalla realtà è però la realizzabilità di quelle dichiarazioni. Andando a vedere cosa sta pianificando la società per questa sessione estiva di calciomercato si resta però un po’ spiazzati, perché dall’agenda di Gazidis tutto emerge fuorché un Milan da primi posti. Salvo essere smentiti, ovviamente, perché poi nel calcio si vincono anche le scommesse (nessuno avrebbe dato una lira alla prima Juve di Conte, non per la vittoria del tricolore) ma rispetto a quelle dichiarazioni così piene d’amore e di progetti di Boban ci si aspettava un taccuino molto più ricco di top player.

Il Milan studia col fiato sul collo dell’UEFA

E’ chiaro che l’obiettivo di un Milan vincente ha come principale ostacolo quel pareggio di bilancio con cui fortunatamente non si dovranno fare i conti fino ad agosto: Europa League salva per quest’anno, ma bisogna pensare anche al campionato e magari alla prossima Champions. Cragno potrebbe prendere il posto di Donnarumma, bell’operazione finanziariamente, ma la porta rossonera ne uscirebbe altrettanto bene?
Piace Kouamé in attacco, bel profilo, un giovane competente e che avrebbe l’intesa pronta con Piatek, ma non ha mai militato in un grande club e ci sarebbe il pericolo di un dèjà vu alla M’Baye Niang. Praticamente già preso Krunic, bei piedi, buona scommessa dall’età non proprio ottimale per essere un azzardo (25 anni) ; poi piace Kramaric e Lovren (del Liverpool) ha strizzato l’occhiolino.

La ricetta per studiare da grande: spendere poco e bene

A chi questa sembra una squadra da terzo posto (allarghiamo il tiro) con l’Inter di Conte dal portafoglio facile e il sempreverde Napoli a insidiarsi per combattere la Juve (di Sarri?), si può dire che se giocassero i dirigenti forse sarebbe più preparata a competere a quei livelli, sperando che Maldini e Boban dimostrino di essere bravi con la testa come lo sono stati coi piedi.

Guai ad essere pessimisti a prescindere o si fa l’errore inverso di chi spera in un miracolo di Giampaolo: certamente quello della dirigenza rossonera è un piano a lunga scadenza su cui pesano i 100 milioni di uscite dello scorso anno e gli oltre 200 di due anni fa. Ci saranno degli esuberi che permetteranno alle casse di respirare e alla squadra di “svecchiarsi”, ciò che è certo è che il Milan non può più sbagliare, o si troverebbe a rimpiangere quei begli anni in cui a giocare a pallone erano i membri dell’attuale dirigenza.

Alessio De Paolis


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