Perde Federer, è questo fa sempre notizia, un po’ meno quando di fronte c’è Nadal e quando sotto c’è la terra battuta. Lo spagnolo, con quello odierno ha vinto tutti e sei gli incontri contro il fenomeno svizzero. Troppo difficile per quest’ultimo batterlo, per due motivi che a prima vista sembrano banali ma che sono a dire il vero, assolutamente rilevanti.
1) Non ci si aspettava che Roger avrebbe giocato uno dei soliti match da 5 ore tra i due, l’età sul documento d’identità (37 anni) si sta facendo pesante, anche per lui.
2) Di fronte ha il leader assoluto di tennisti su terra battuta, specialmente in quella rossa.
L’ingegno contro la forza
La storia si ripete dunque, va sempre così al Roland Garros: Federer prova, Nadal vince. La sola cosa che cambia rispetto al passato è che questa può considerarsi un’impresa per lo stesso Federer, che comunque ha regalato squarci del suo tennis, sebbene alla fine abbia dovuto soccombere in 3 set: 6-3, 6-4, 6-2.
Lo svizzero ha provato a fare il torero col toro sbagliato, provando a schivare la sua furia con una fitta rete di passanti incrociati, dimenticandosi però di giocare praticamente in casa della “fiera” Nadal.
La forza dello spagnolo ha stavolta prevalso sull’astuzia e sulla classe dello svizzero, i suoi colpi ancora una volta sono apparsi molto più decisi e incalzanti di quelli penetranti ma meno efficaci di Federer.
Intanto sugli spalti…
Negli spalti è stata invece tutta un’altra storia: c’era troppa paura che fosse l’ultima volta di Roger a Parigi per non tifare per lui. Risultato, delusione sul parziale e anche un po’ sulla partita, ce ne sono state di meglio tra i due.
In compenso si è trattato di una delle classiche giornate in cui soltanto veder giocare Federer è stato il giusto compenso per la folla.
Non ce ne voglia Nadal per queste lodi allo svizzero, ma probabilmente le tesserebbe anche lui, se non dovesse pensare alla finale che lo renderebbe re di Parigi dopo esser stato imperatore di Roma.
In effetti anche lo stesso Nadal alla fine si è inchinato a Federer, perché smettere di rivestirsi per applaudire l’avversario in una giornata uggiosa come quella parigina sa di omaggio che va oltre il semplice complimento.
“Testa alla finale, ma prima fammi applaudire il tennis” – avrà detto tra sé e sé Nadal, da sempre rivale di Roger, mai con la presunzione di accostarvisi troppo.