Stile Juventus: una balla per chi non sa, ma scrive

Leggo con divertimento su fogli illustri, tipo Corriere della Sera e Repubblica, titoli e articoli che si occupano dello stile Juventus, in relazione all’arrivo di Maurizio Sarri che, con il suddetto stile, nulla ha o avrebbe a che fare. Ora non so da quale trattato gli articolisti abbiano tratto la voce “stile Juventus”, spesso utilizzata quando si debba scrivere o parlare delle abitudini e dei comportamenti del club bianconero.

Lo stile di Gianni Agnelli e di suo fratello Umberto era unico e non riguardava soltanto la squadra di football ma qualunque altro evento, dibattito, discussione che veniva affrontato quasi con distacco, mai alzando i toni, mai ricorrendo a frasi e frasari pesanti e volgari. Stop. Vennero poi dirigenti, presidenti, allenatori, calciatori, gente che con suddetto “stile” nulla hanno avuto a che fare e che, ancora oggi,i viventi bianconeri frequentano o, se lo fanno, con una certa fatica.

Era forse stile quello di Boniperti che mandava a quel paese, per usare una imagine morbida e romantica, chiunque la pensasse diversamente o osasse criticare la sua Juventus? Era per caso “stile” quello di Luca Cordero di Montezemolo che prendeva a calci le porte dell’ascensore dopo aver perso una partita e insultava le madonne e altri parenti divini? Era per caso “stile” quello di Lippi che insultava i giornalisti non suoi fiancheggiatori? Era per caso “stile” quello di Montero che si toccava i testicoli per rispondere agli insulti del pubblico? Era per caso “stile” quello di alcuni funzionari juventini ( e qui preferisco non fare nomi e cognomi per non suscitare reazioni inconsulte e minacciose) che trattano i cronisti come gentaglia rumorosa e fastidiosa? E’ per caso “stile” quello di alcuni dirigenti del club che lavorano nel buio e non per il gruppo, avvelenando i pozzi?

Dunque lo stile Juventus è una balla che piace a chi non sa ma scrive . E continuerà a non sapere e a scrivere. Pure Molière lo aveva capito: uno stolto istruito è più stolto di uno ignorante. 

Tony Damascelli


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