Under 21, mica facile

L’Italia organizza l’Europeo Under 21. La squadra azzurra è qualificata in quanto rappresentante del Paese organizzatore. Ci sono ottimi e scafati calciatori. Aprirà la sua avventura stasera a Bologna in uno stadio nobile e festante. Tutto a favore e così molti dicono: praticamente è fatta. E quei molti sbagliano.

Gigi Di Biagio, d’accordo con Mancini e i federali, ha chiamato i migliori giovani, anche quelli che si trovano nella Nazionale maggiore, da Barella, a Zaniolo, a Chiesa, a Kean.

Prima osservazione: spesso trapianti del genere non funzionano e gli ultimi arrivati vengono mal sopportati dal resto del gruppo. 
Seconda osservazione: la nostra Under non è abituata a lavorare per il pane quotidiano. Solo amichevoli nel biennio. Un problema.
Terza osservazione: centrocampo e attacco promettono bene, la difesa molto meno: manca, per esempio, un buon terzino destro.
Quarta osservazione: ci sono tre gruppi da quattro squadre e passa il turno la prima di ogni girone e la migliore seconda. Che vuol dire: non sono ammessi errori.
Quinta osservazione: nel nostro girone gli avversari sono Spagna, Belgio e Polonia.
La Spagna, contro la quale si parte, presenta il solito gioco e calciatori come Ceballos, Fabian Ruiz e Oyazarbal, che ha appena esordito con gol nella nazionale maggiore. Che la Spagna ce le abbia sempre suonate non è cosa da poco.
Sesta e ultima osservazione: l’ultimo oro azzurro risale al 2004, quanso c’erano Amelia, Zaccardo, De Rossi, Barzagli e Gilardino. Gente che due anni dopo avrebbe vinto il mondiale di Germania.

Detto tutto questo, pesato come merita l’Europeo, chiediamo ai ragazzi italiani di fare ciò che sanno fare. Poi si vede il raccolto. In ogni caso, forza e coraggio. Da parte nostra garantiamo il tifo.

Roberto Renga