La corruzione è l’arma più astuta che i potenti usano contro i popoli ribelli

Ormai credo che sia chiaro a chi mi legge di sovente che la cosa che più di ogni altra trovo insopportabile sia la menzogna, l’inganno, il raggiro…

La menzogna viene azionata ad arte per far credere al popolo cose diverse dalla realtà, con l’inganno si porta l’individuo a sostenere idee e comportamenti che mai avrebbe avallato, con il raggiro si induce il popolo a muoversi contro i propri interessi ed ad estromettere dalla vita politica chi quel popolo vorrebbe tutelare.

Tutta la normativa sull’anticorruzione di fatto è nata con il Presidente Monti.

Nessuno più di Lui e prima di Lui varò leggi così copiose ed abbondanti di contrasto al fenomeno della corruttela.

L’attuale provvedimento definito “spazza corrotti” è un “ritocchino” integrativo rispetto alla portata straripante del periodo detto della Severino, dal nome del Ministro dell’epoca.

Riforma definita incostituzionale perché prevede la cacciata dalla vita pubblica del presunto reo in caso di condanna di primo grado, senza quindi attendere il passaggio in giudicato della sentenza.

Tutti sanno che quel provvedimento è incostituzionale a norma dell’art 27 della Grande Carta: “L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva”.

Ma nessuno osa sollevare la questione.

Il politico di oggi segue i sondaggi ed allinea a questi i propri programmi e quindi le proprie opinioni.

Si creano maggioranze e minoranza fluttuanti.

Cosa non farebbero questi politicanti per rendere eterna la loro carriera?!

Semplici marionette incapaci di decidere alcunché.

Tromboni pronti a suonare la gran cassa per poi, andare a Bruxelles in silenzio a prendere ordini dall’alta finanza.

Soltanto così lo spread cala. Il termometro che fa comprendere al servo ciò che deve fare.

Tutti servi, nessun sano rivoluzionario bianco.

Alcuni pronti ad abbracciare la metrica del politicamente corretto, linguaggio legittimato e gradito al potere supremo.

Altri, come una barca senza timone ed un gregge senza meta, seguono perlopiù il vento degli umori del popolo.

E’ sufficiente quindi seguire il flusso, i cui argini sono rigidi, ben visibili, e lasciarsi trasportare, per poter sempre mantenere il proprio posto sulla cresta dell’onda.

La riflessione, l’approfondimento, il pensiero. La Ribellione Consapevole… Non servono!

Di pensiero ce n’è già uno da servire, già preconfezionato, e conveniente.

I nostri politici quindi, già perfettamente allineati, più o meno consapevolmente allineati, non aggiungono quasi mai nulla salvo “spartirsi” il popolo.

Ognuno, inutile ed acefalo, come in una preghiera si rivolge al proprio popolo recitando soltanto quello che quel popolo ama sentirsi dire.

Poco più del nulla.

Non pertanto statisti in grado di guardare lontano, non coltivatori dei rimedi necessari finanche impopolari da apportare ad un Paese malato, non soggetti in grado di determinare gli eventi, ma semplici arbusti che in terra fluttuano allo spirar del vento, alla bisogna si piegano e talvolta si spezzano, mentre nei fiumi si fanno trascinare dal corso della corrente.

Ma torniamo a Monti. Al più grande rappresentante degli interessi dell’alta finanza, soprattutto europea, che l’Italia abbia mai avuto.

Perché l’alta finanza ha ingaggiato una lotta senza quartiere contro una presunta dilagante corruzione?

Perché gli organi di stampa da essa sostenuti e guidati hanno fatto credere al paese che fosse tutto corrotto?

Perché oggi leggiamo ogni giorno di migliaia di femminicidi, stupri, rapine, furti, estorsioni… Reati questi che non fanno neanche più notizia, mentre 20 casi di corruzione l’anno sembra che devastino la nostra esistenza?

Mi domando quale fosse il progetto dell’alta finanza di allora e di oggi? Perché si crearono allora dei veri professionisti dell’anticorruzione?

E perché dopo dieci anni di cura da cavallo contro la corruzione, abbiamo una economia allo sbando?

Nel periodo Monti fu concepita addirittura una norma, la 39 del 2013 sulle incompatibilità ed inconferibilita’ degli incarichi, che di fatto rende impossibile a qualsivoglia soggetto, che abbia svolto con capacità e profitto incarichi nella Pubblica Amministrazione o per essa, di poter svolgere attività politica in quel sistema.

In buona sostanza se hai fatto qualcosa di buono in quell’ambiente ti trovi in posizione di conflitto con l’ambiente stesso.

Non puoi proseguire, per legge?!

Secondo la norma chi è che si troverebbe nelle condizioni ideali per poter assumere un determinato incarico?

Chi non ha mai affrontato quell’argomento?!

Incredibile ma vero.

Ma torniamo alla Severino ed a quello che sta accadendo nella magistratura.

Perché far fuori dalla vita politica chi sia stato condannato da un solo giudice?

È senza dubbio plausibile ritenere che per motivi cautelari è sempre bene allontanare qualcuno che potrebbe rivelarsi pericoloso.

Ma è anche vero che “comprare un giudice” è molto più semplice che cercare di corromperne molti di più nei diversi gradi di giustizia.

Quale possibilità di resistere avrebbe il cittadino perbene dinanzi all’iniziativa repressiva delle danarose lobbies dell’alta finanza alle cui lusinghe spesso una parte della magistratura si piega?

Quel cittadino verrebbe condannato, quindi espulso dalla vita politica e poi, martoriato da una stampa partigiana finanziata sempre dalle grandi lobbies di potere.

La gogna mediatica avrà lo stesso effetto dell’acido muriatico.

Come il germe infetto, quel ribelle, verrebbe estirpato per sempre, e messo nelle condizioni di non essere imitato e sopratutto di non potersi rialzare.

Che nessuno osi più frapporsi ai globalizzati interessi superiori! Questo il terribile monito.

La fine di quel povero disgraziato, ribelle, sarà quindi, a tutti da monito e soprattutto varrà da esempio a chi non abbia intenzione di allinearsi.

Oggi quindi, è sufficiente indirizzare una sentenza per togliersi dalle scatole un cittadino scomodo.

Migliaia e migliaia di norme contro la corruzione, quando poi basta la corruzione di un solo magistrato per mandare in frantumi il sistema.

Quali erano quindi, gli obiettivi dell’alta finanza?

  1. Allontanare per legge i migliori dagli incarichi pubblici. (Obiettivo raggiunto)
  2. Falcidiare chiunque sia di ostacolo ad interessi superiori con un provvedimento della giustizia senza possibilità di appello. (Obiettivo raggiunto)
  3. Mantenere sempre alto il coro mediatico che inneggia agli italiani come cittadini corrotti. (Obiettivo raggiunto)
  4. Governare senza attriti, prepotentemente dall’alto, in silenzio, apparentemente in maniera invisibile e reprimendo ogni iniziativa confliggente con i superiori, globali, interessi consolidati. (Obiettivo quasi raggiunto)

Tutto questo ha significato molto per l’alta finanza che ha patrocinato il progetto.

Promuovere costantemente l’idea che il nulla potesse generare il tutto. Ha contribuito a distruggere quasi tutto senza generare nulla.

L’esaltazione del nulla era necessaria a coloro, pochi pochissimi che reggono il mondo, che avevano già deciso tutto.

L’apologia della corruzione è stata dunque, l’arma di distruzione della libertà e dall’emancipazione delle masse che l’alta finanza ha prima individuato e poi utilizzato, a più ondate, in maniera massiva ed asfissiante per fiaccare ogni resistenza, per rimuovere una classe dirigente riottosa alla svendita e per rendere un popolo ed un territorio, povero, debole, globalizzato, apolide ed infine schiavo.

Enrico Michetti