L’Inter di Conte, la Juve di… Allegri

Inter e Juventus ingoiano ottomilaottocentocinquantasei chilometri per fare 1 a 1, a Nanchino, con due autogol e decidere la partita ai rigori. Ha vinto la Juventus, anche se dagli undici metri ho visto di tutto con Buffon superGigi a quarantuno anni.

Il totale cinese è abbastanza modesto.

Benino l’Inter di Conte. Maluccio la Juventus di Sarri. Opportuno e necessario aggiungere il cognome degli allenatori perché nel primo caso il lavoro del salentino, sulla testa, è evidente. Nel caso secondo, è la stessa Juventus di Allegri.

Mi spiego: Inter rapida, attenta, intelligente nella copertura del campo, sugli esterni sempre attiva e reattiva, Sensi alla Iniesta, difesa solidissima, ripartenze armoniose e veloci. Di contro la Juve leziosa, pigra, inesistente in alcuni uomini, Bernardeschi innanzitutto, Bonucci come prima più di prima, Rabiot impalpabile, Matuidi incasinato, Higuain mai servito come al Milan.

L’autogol di de Ligt è sembrato una beffa, l’olandese si è poi ripreso risultando il migliore della terza linea, il vantaggio ha dato vitamin ai nerazzurri, la feroce umidità non ha certamente aiutato il riscatto bianconero, la squadra di Sarri ha nuotato nell’aria fetida di Nanchino. Nella ripresa era prevedibile un calco atletico dei milanesi e una rabbiosa reazione dei torinesi, un altro autogol, di Skriniar su sventola di Ronaldo, ha riequilibrato il risultato, squadre lunghissime, interisti affaticati e faticosi, juventini più presenti.

Vedendo quest’Inter ho pensato: ma se Conte potesse contare anche su Icardi che roba sarebbe? E se si aggiungesse Nainggolan?

Inutile insistere. La Juventus abbisogna del rientro di Chiellini e di capire che cosa voglia fare di Douglas Costa, Ramsey e Dybala. Comunque Conte può ritenersi mediamente soddisfatto mentre Sarri accenderà sigarette mille e pipe e sigari per scacciare la rabbia.

Tony Damascelli


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