Kean, Cutrone, Pinamonti: il primo in Nazionale, il secondo qualche volta, il terzo Under 20 e con una bella stagione alle spalle. Hanno in comune un particolare di non poco conto: sono stati ceduti dalle loro società.
Con motivazioni diverse, vero, ma questo conta poco. Si era parlato di rilancio del calcio giovanile italiano e invece eccoci qui a registrare la fuga (obbligata) dei nostri piedi all’estero o, nel caso di Pinamonti, a un club più piccolo.
L’Inter cerca centravanti esperti, d’accordo, ma Pinamonti non poteva essere uno dei quattro? E Kean perché via? Carattere e soldi, s’immagina. E anche per la gallina oggi piuttosto che l’uovo domani. Di Cutrone si dice che non gradisse la panchina, ma la gradirebbe eventualmente il suo successore Leao, giovane anche lui, ma molto più costoso dell’italiano?
I club possono ovviamente fare ciò che vogliono e sicuramente avranno pesato bene la cessione dei tre ragazzi, non è questo al centro della discussione, ma un problema più generale: quando faremo giocare i nostri giovani, quando crederemo in loro come succede all’estero?
Mai, dite?
Roberto Renga
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